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IL FOTOGRAFO DI OROPA

 

Strumento indispensabile per comprendere appieno la grandiosità dei lavori di costruzione intrapresi presso il Santuario di Oropa alla fine dell’Ottocento (e proseguiti poi per tutto il Novecento) è la fotografia: in quest’ambito una figura di rilievo è stata senza dubbio Franco Bogge, che Gian Paolo Chiorino e Danilo Craveia non hanno esitato a definire "il fotografo di Oropa".

 

Franco Bogge nacque a San Remo nel 1875.

Nel 1898 sposò Margherita Mossa e si trasferì a Occhieppo Superiore, paese di origine della moglie, dove aprì il suo studio di fotografo.

 

I primi passi nel campo della fotografia Bogge li mosse a San Remo, da dilettante: divenuto professionista, operò per oltre cinquant’anni fino alla morte, avvenuta nel 1956.

 

Perché "il fotografo di Oropa"? «Franco Bogge – scrive Danilo Craveia – restituisce il santuario di Oropa dei suoi tempi meglio di chiunque altro, ne documenta in vari modi l’evoluzione e i cambiamenti, registra iconograficamente i momenti più importanti, è testimone delle dinamiche che portano Oropa all’affermazione come località turistica, ma è anche strumento della volontà di resistere al declino e alla laicizzazione di un sito squisitamente religioso. È stato Franco Bogge a raccontare l’Oropa un po’ mondana alla fine della Belle Epoque, lui l’ha colta all’alba di un nuovo secolo e di una nuova era, tra fede antica e rinnovato fervore, con le immagini degli ultimi viandanti e dei primi veri gitanti, dalla lunga rincorsa per l’incoronazione del 1920 alla prima metà degli anni ’30».

 

 

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