IL LICEO CLASSICO "G. E Q. SELLA" COMPIE 80 ANNI (9/05/1954)

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 28.09.2013)

 

Notizie certe sulla presenza a Biella di «una scuola classica con caratteristiche proprie» risalgono al 1632.

 

In quell’anno il duca Vittorio Amedeo I di Savoia ne affidò l’organizzazione ai Padri Somaschi, i quali individuarono quale sede più adeguata l’Ospizio di San Lorenzo al Piazzo; quattro erano gli insegnamenti impartiti da altrettanti maestri: Grammatica, Retorica, Umanità, Primi elementi.

 

Nel 1729 Vittorio Amedeo II (divenuto sovrano del Regno di Savoia) introdusse un nuovo codice di leggi riguardanti il settore della pubblica istruzione, sancendo così la nascita della scuola di Stato e istituendo il controllo sui programmi e sull’insegnamento, nonché sulla nomina dei docenti.

 

Conseguenza immediata delle nuove disposizioni fu l’esonero dei Padri Somaschi dalla gestione della scuola biellese e l’istituzione di un Collegio Regio.

 

L’ordinamento del Collegio si rifaceva allo schema delle scuole primarie e ginnasiali, con l’aggiunta di due anni riservati all’insegnamento della Filosofia (Filosofia I, logica e estetica; Filosofia II, matematica e fisica).

 

 

Nel 1859 la riorganizzazione amministrativa del Regno di Sardegna sancì l’abolizione della provincia di Biella e il conseguente passaggio del suo territorio alle dipendenze di Novara.

 

L’anno successivo, con l’entrata in vigore del nuovo ordinamento scolastico del Regno di Sardegna (legge Casati) che prevedeva l’istituzione nel solo capoluogo di provincia di una Scuola di Filosofia (denominata Liceo e della durata di tre anni), Biella dovette rinunciare al proprio Liceo e "accontentarsi" di un Regio Ginnasio di terza classe.

 

 

La soppressione della scuola, conseguenza anche del comportamento remissivo del Comune, suscitò un’aspra polemica nell’opinione pubblica; i più accesi sostenitori della necessità di rifondare a Biella un pubblico Liceo furono Severino Pozzo, ispettore delle Regie Scuole, e Giuseppe Venanzio Sella, fratello del più noto Quintino.

 

Quest’ultimo presentò al consiglio comunale in data 30 settembre 1872 la proposta di istituire «un Corso liceale civico, cioè sostenuto dal comune il quale [avrebbe dovuto] provvedere già per l’anno scolastico 73-74 3 o 4 professori e 5 per gli anni successivi».

 

La soluzione avanzata dall’industriale biellese trovò accoglimento e nell’ottobre del 1873, sotto la guida del preside prof. Cristoforo Michelotti, presero il via i corsi del Liceo, insediato nei locali ricavati da un’ala dell’ex convento di San Francesco (che si affacciava sull’attuale piazza Martiri della Libertà).

 

Il principale problema da risolvere era però quello concernente il valore legale degli esami di maturità: per ottenerlo era necessario che il liceo fosse pareggiato (oggi diremmo "parificato") ai Licei Regi.

 

Il sindaco di Biella Tomaso della Marmora si mobilitò per reperire le 10.000 Lire necessarie allo scopo (il Comune era già impegnato a versare 20.000 Lire annue per la gestione delle scuole tecniche), coinvolgendo i comuni del circondario e promuovendo una sottoscrizione fra i privati.

 

Nel maggio del 1876, dopo che la prima richiesta di pareggiamento avanzata sempre da Giuseppe Venanzio Sella nel novembre dell’anno precedente aveva ricevuto risposta negativa, finalmente il Liceo di Biella fu ordinato secondo le norme dei Licei Regi (Le citazioni in corsivo sono tratte dal saggio di Vittorangela Riva Rossaro, "Da scuola di filosofia del Real Collegio a Liceo G. e Q. Sella: breve storia degli studi umanistici in Biella", Biella 1994)

 

Il 16 settembre 1935, dopo sessant’anni di attività durante i quali «fu attivissimo centro di cultura nella vita cittadina» ("I cento anni del Liceo Classico G. e Q. Sella", Biella 1974), il Liceo pareggiato si fuse con il Regio Ginnasio, dando vita al Regio Liceo Ginnasio, che un anno e mezzo più tardi fu intitolato a "Giuseppe e Quintino Sella" (16 aprile 1937).

 

 

Nell’ottobre del 1953 il prof. Celestino Negro assunse la guida dell’Istituto, subentrando al prof. Bernardino Alasia.

 

Entrato a far parte del corpo docente del Liceo di Biella nel 1932 in qualità di insegnante di Latino e Greco, il prof. Negro aveva già ricoperto il ruolo di preside dal novembre 1945 al febbraio 1946, dopo «gli anni caotici e difficilissimi [della seconda guerra mondiale], nei quali il Liceo Ginnasio si vide improvvisamente frequentato da una ipertrofica ed eterogenea massa di alunni sfollati da ogni parte d’Italia» ("I cento anni del Liceo Classico").

 

Animato da un forte spirito patriottico e da un profondo amore per la cultura classica, il prof. Negro fu l’ispiratore e l’organizzatore delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario di fondazione del Liceo di Biella che ebbero luogo nel maggio del 1954.

 

 

L’iniziativa riscosse l’apprezzamento della cittadinanza, che considerava il Liceo una delle istituzioni educative più rappresentative del territorio: «Gli studi classici – sottolineò "Eco di Biella" (15.03.1954) – hanno sempre avuto a Biella comprensione e simpatia»; «[…] non sono stati né sono pochi – aggiunse "il Biellese" (12.03.1954) – gli industriali, che, pur avendo bisogno per i loro figli di un corso di studi più breve e più tecnico, li mandano invece al Ginnasio e al Liceo perché approfondiscano ed estendano la loro cultura, preparandosi agli studi superiori».

 

Il programma dell’evento, fissato per domenica 9 maggio, prevedeva alle ore 9 l’accoglimento presso i locali del Liceo degli ex allievi e delle autorità e l’inaugurazione della lapide commemorativa con epigrafe latina dettata dal prof. Negro; un’ora più tardi, al Teatro Sociale, lo stesso prof. Negro avrebbe tenuto una conferenza dal titolo "Perché si studia il latino?", cui avrebbe fatto seguito il banchetto allestito all’albergo dell’Angelo.

 

 

Le adesioni da parte degli ex allievi furono elevate, «da ogni parte d’Italia e dall’estero a testimoniare che lo spirito della "maturità" conseguita negli anni passati è rimasta un vivo ed inestinguibile ricordo» ("Eco di Biella", 06.05.1954).

 

Il primato di ex allievo più longevo spettò al novantenne ing. Quinto Grupallo, diplomatosi nel lontano 1883.

 

 

La mattina di domenica 9 maggio le tanto attese celebrazioni poterono finalmente avere inizio.

 

L’edificio che ospitava il Liceo in piazza Martiri «si nascondeva con gioia […] sotto gli ampi pennoni tricolori che continuavano nella facciata nord […] fino al Teatro Sociale» ("il Biellese", 11.05.1954); gli ospiti furono accolti dai centodue allievi dell’Istituto, disposti su due file nell’atrio e lungo lo scalone, con in testa le bustine bianche (il "goliardo") che «il fulgore del sole rendeva più candide, più attraenti, più significative».

 

Tra le personalità convenute spiccavano gli ex presidi Cavallo, Simone, Esposito e Alasia; il prof. Prisinzano, rappresentante del Ministro della Pubblica Istruzione; il sindaco di Biella Blotto Baldo e il presidente della provincia Aimone; il prefetto De Bernart; mons. Giuseppe Botta in rappresentanza del vescovo Rossi; gli industriali Guido Alberto Rivetti, Bertotto e Piana; Massimo e Venanzio Sella, nipoti di Giuseppe.

 

Il ministro Giuseppe Pella, trattenuto a Roma, fece pervenire una lettera che esprimeva la sua ideale adesione; similmente fecero il sen. Caron, l’on. Carpano, l’ambasciatore Carandini e gli ex allievi «in America e nell’Africa che hanno voluto essere considerati presenti».

 

 

La cerimonia si aprì quindi con lo scoprimento della lapide commemorativa.

 

Dopo la benedizione impartita da mons. Botta, spettò all’assessore Beppe Mongilardi pronunciare un breve discorso sulle origini del Liceo e sull’importanza degli studi classici.

 

Terminata la visita alle aule e ai laboratori, studenti, ex allievi e autorità si trasferirono al Teatro Sociale per assistere alla conferenza del prof. Negro; l’apparizione sul palco del preside del Liceo fu accolta da lunghi applausi, accompagnati dal grido «Kalá pánta kai ierá» («Tutte le cose belle sono anche sacre») ripetuto più volte dagli studenti.

 

Il pubblico presente in sala seguì con attenzione e interesse l’intervento dell’insigne professore («Celestino Negro è stato un oratore incisivo, convinto del suo dire alieno dai voli retorici. Le ragioni intuitive, ma più spesso inesprimibili, dell’importanza di questa disciplina, sono state elencate in un discorso dal costrutto solido», "Eco di Biella", 10.05.1954) riservandogli un’interminabile ovazione, alla quale andarono ad aggiungersi i complimenti da parte del sindaco, dei colleghi professori, degli ex allievi e degli studenti.

 

(Leggi anche L'orazione di Beppe Mongilardi)

 

 

Galleria Fotografica

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FONTI

 

  • Negro Celestino, Il Liceo-Ginnasio di Biella negli ultimi 25 anni, Tipografia Marone, Biella 1955
  • Rossaro Riva Vittorangela, Da scuola di filosofia del Real Collegio a Liceo G. e Q. Sella: breve storia degli studi umanistici in Biella, Biella 1994
  • I cento anni del Liceo Classico "G. e Q. Sella, Liceo-ginnasio "Giuseppe e Quintino Sella", Biella 1974
  • Eco di Biella, bisettimanale indipendente
  • il Biellese, bisettimanale cattolico