L'EDIZIONE 1934 DELLA "PASSIONE" DI SORDEVOLO

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 17.03.2012)

 

Un elemento fondamentale per rivivere le edizioni della "Passione"di Sordevolo messe in scena nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento è rappresentato dai contributi fotografici e filmati recuperati nel corso degli anni e conservati nell’Archivio storico della Passione: le immagini, più delle parole, permettono di cogliere le pose degli attori, la fattura dei costumi, l’allestimento della scenografia, la presenza di pubblico.

 

Nelle righe che seguono cercheremo di spostare l’attenzione dei lettori su alcuni aspetti dell’edizione del ‘34 relativi alla risonanza mediatica dell’evento, alla sistemazione del pubblico all’interno dell’anfiteatro, al prezzo dei biglietti, ai servizi predisposti per garantire la piena accessibilità al sito della rappresentazione.      

 

 

«La nuova edizione segnerà un altro passo avanti nella storia della Passione di Sordevolo. Essa è forse sola superstite in Italia di tante e tante che si rappresentavano quasi in ogni parrocchia un secolo fa»: annunciava così "il Biellese" del 30 marzo 1934  l’imminenza dell’inizio delle rappresentazioni della "Passione", sottolineandone le novità che gli organizzatori erano intenzionati ad introdurre e che riguardavano principalmente la maggior precisione storica dei costumi e la più fedele aderenza al testo del 1728.

 

 

A conferma della fama e della notorietà di cui godeva il dramma sacro di Sordevolo stavano gli articoli scritti dal direttore del bisettimanale cattolico biellese Germano Caselli per "L’Osservatore Romano", organo ufficiale della Città del Vaticano, e la presenza sul palco riservato alla stampa dei corrispondenti dei più importanti giornali italiani, come Renato Simoni del "Corriere della Sera", Emilio Zanzi della "Gazzetta del popolo", Bernardelli, Della Corte, De Benedetti e Gromo, inviati de "La Stampa", Gigi Michelotti del Radio Corriere.

 

 

La distribuzione dei biglietti presso la palestra della scuola Bona aveva luogo un’ora e mezza prima dell’inizio del dramma, fissato alle 14 e 30.

 

All’interno dell’anfiteatro, inaugurato nel 1924 e in grado di accogliere circa 5000 persone, la disposizione dei posti era ordinata in base alle possibilità finanziarie degli spettatori: con 20 Lire si aveva diritto ad una delle 130 sedie numerate, seguivano poi 150 posti di prima categoria a 15 Lire, 300 di seconda categoria a 10 Lire, 2000 di terza categoria a 6 Lire e 2000 di quarta categoria a 3 Lire (per questi ultimi "il Biellese" precisava che erano in buona parte a sedere).

 

Otto diversi ingressi permettevano l’afflusso ordinato del pubblico in entrata e in uscita; all’interno dell’anfiteatro erano stati allestiti anche un servizio bar, un buffet e un ristorante.

 

Per garantire agli spettatori sprovvisti di auto o moto, e poco inclini a sobbarcarsi in bicicletta i circa nove km che separano Biella da Sordevolo, l’impresa Fossati dispose un servizio autobus al prezzo speciale di 2 Lire, sia per l’andata che per il ritorno; per tutti i viaggiatori diretti a Sordevolo era inoltre previsto uno sconto del 40% sul prezzo del biglietto sulle linee gestite dalla Fossati.

 

La Società Biella – Oropa aggiunse una corsa straordinaria del tramvai per Occhieppo Inferiore, con partenza da Biella alle 12 e 40.

 

 

La rappresentazione, andata in scena la prima volta domenica 15 aprile 1934 e ripetuta altre cinque volte fino al 27 maggio, riscosse un enorme successo di pubblico, tanto che fu avanzata la proposta (peraltro respinta) di ripresentarla ancora domenica 3 giugno, in concomitanza con l’arrivo a Biella del primo treno popolare stagionale proveniente da Torino.

 

 

«Il successo della Passione di Sordevolo – scrisse Germano Caselli in un articolo pubblicato su "L’Osservatore Romano"non poteva essere più completo. D’un tratto il piccolo e ignorato borgo biellese si è acquistata una fama che va ben oltre i limiti della regione […] Nessun paragone è possibile: questa sacra rappresentazione sta a sé: è un fresco antico che viene posto sotto i nostri occhi in tutto lo splendore della sua spontaneità e della sua commossa ingenuità […] Forse a Sordevolo, e soltanto lassù, oggi, si può capire veramente ciò che furono in realtà le rappresentazioni sacre di un tempo dalle quali il teatro moderno trae le sue origini».

 

(Leggi anche La "Passione" di Sordevolo)

 

 

Galleria Fotografica

Le fotografie provengono dall'archivio Cesare Valerio, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

(È vietata la riproduzione e la diffusione delle immagini senza la preventiva autorizzazione del titolare dei diritti).

 

 

FONTI

 

  • il Biellese, bisettimanale cattolico
  • Illustrazione Biellese, anno I, n. 4 e n. 5, aprile – maggio 1934
  • Neiretti Marco, Gasparetto Pier Francesco, et al., La Passione di Sordevolo. Storia, arte, testimonianze, Gariazzo, Vigliano B.se 2000