12 ottobre 1950.
Le fotografie dell’epoca ritraggono gli scout del Riparto Biella I durante quella che sarà poi ricordata come la "festa degli addii".
In un giorno di festa l’atmosfera dovrebbe essere serena e gioiosa: in questo caso però dai visi dei partecipanti traspare una sorta di malinconia, i loro occhi lasciano intravedere un po’ di tristezza.
La spiegazione di un simile atteggiamento sta probabilmente nel fatto che a dare l’addio a quel gruppo affiatato, protagonista nei cinque anni precedenti di numerose iniziative, erano proprio gli organizzatori del reparto, Fratel Consolato (nome scout Kimbi) e Fratel Tarcisio (Camoscio Montano), entrambi appartenenti all’ordine dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
L’avventura del Riparto Biella I era iniziata nel maggio del 1945.
Si stava allora avviando lentamente la ricostituzione a livello nazionale dell’Associazione degli esploratori cattolici: a giugno si insediò in città la Commissione provvisoria Biellese dell’Asci «per iniziare e coordinare il movimento della ripresa scoutistica» e poco dopo fu organizzato il primo Corso Istruttori.
A Biella però il movimento era già in pieno fermento grazie all’attivismo dei due religiosi, soprattutto di Fratel Consolato, che si dava un gran da fare per reperire i finanziamenti necessari; mancavano le divise ma qualcuno era riuscito a recuperare un vecchio cappello scout, che divenne il segno distintivo nelle prime uscite.
Il nucleo originario era formato da dodici ragazzi, tra i quali ricordiamo Sergio Guglielminotti, Angelo Brusasca, Umberto Carnazzi, Daniele Riccoboni, Silvio Barberis Canonico, Mario Nelva, Vincenzo Senini, Giorgio Bider, Luciano Foglio Bonda, Aladino Ruazza.
Nell’agosto del 1945 "il Biellese" riportò la notizia dell’organizzazione da parte del Biella I di tre campeggi, a Montesinaro, a Vercelli e a Crosa; il giornale cattolico informava anche sul progetto di una "Grande settimana scoutistica" durante la quale era previsto il pernottamento alle Finestre, al Gaby, al lago della Vecchia, a Piedicavallo e a San Giovanni di Andorno.
A settembre i giovani esploratori biellesi si recarono a Roma per il 1° convegno per dirigenti scout e furono ricevuti da papa Pio XII; a dicembre si tenne invece ad Andorno Bagni il 1° convegno degli Esploratori Biellesi, a cui partecipò almeno un centinaio di giovani e durante il quale si svolsero giochi scoutistici ed esercitazioni varie.
Nel 1946 si formò la squadriglia "Aquila", seguita un anno dopo dalla nascita del gruppo dei "Lupetti", di cui divenne madrina Tilde Zanchi Buratti.
Il gruppo si andava rapidamente ingrossando ed era divenuto necessario attrezzarsi per i campi estivi e in generale per risolvere il problema della mobilità: fu così allestito una sorta di "parco automezzi".
Inizialmente ci fu la "Liberty", una camionetta residuato bellico dell’esercito canadese, acquistata a Monza e adattata al trasporto delle persone (la benedizione al mezzo fu impartita nel 1948 da mons. Giuseppe Botta, Vicario Generale della diocesi biellese), a cui si aggiunse in seguito il "Nibbio", altro Chevrolet militare di probabile provenienza inglese.
Nel quinquennio 1946–1950 gli scout biellesi organizzarono una serie di campi estivi in alcune delle località alpine più incantevoli delle Alpi: il "Campo Buratti" a Gressoney (1946), così ribattezzato in onore dei coniugi che si erano assunti l’onere di decorare la sede e avevano anche provveduto ad offrire il soggiorno in albergo; il "Campo della prova del fuoco" a Cervinia (1947), durante il quale furono impiantate otto tende a più di 2000 metri di quota; il "Campo delle ascese" (1949), a Valbione – Ponte di Legno; il "Campo delle avventure" (1950) a Cortina d’Ampezzo, al termine del quale il gruppo scout fece tappa a Bolzano, Saint Moritz, Neuchȃtel, Sion e Montreux.
Nel 1948 il "Campo dei progressi", svoltosi a Spotorno, vide per la prima volta l’impiego della "Liberty" in un campeggio.
Nel 1950, grazie al sostegno di Giacomo Borsetti, titolare dell’omonimo stabilimento, gli scout biellesi ottennero una nuova sede, "la Tana", presso l’Oratorio di San Filippo.
Alla vigilia dell’insediamento nella "Tana" giunse però la notizia del trasferimento di Fratel Consolato e di Fratel Tarcisio: «Kimbi e Camoscio Montano – è scritto in "Storia degli scout di Biella" – per un’improvvisa disposizione che ha colpito l’entusiastica atmosfera dell’Associazione come un fulmine a ciel sereno, devono lasciare gli Scouts, proprio alla vigilia dell’inaugurazione della Tana, che, come tutte le precedenti affermazioni, è costata tanto lavoro e sacrificio. Essi hanno stabilito di obbedire senza recriminazioni, unicamente in vista del bene spirituale degli Scouts tanto amati».
Il 12 ottobre 1950 presso l’Istituto "La Marmora", sede storica degli scout, si svolse dunque la festa d’addio, alla quale presero parte tutti i membri del gruppo e i loro famigliari; tra gli ospiti era presente anche mons. Giuseppe Botta.
Dopo il pranzo ci fu il «canto dell’addio, durante il quale tutti, Lupetti – Esploratori – Rovers – Kimbi – Camoscio Montano – don Rizzollo [assistente spirituale del gruppo, n.d.a.] papà e mamme formarono un’unica catena per ripetere forte le parole della conclusione dei nostri fraterni incontri che porteremo nell’animo con la dolcezza e la durata d’un eco interminabile».
Fratel Tarcisio fu assegnato all’Istituto San Giuseppe di Torino; Fratel Consolato, trasferito all’Istituto San Giuseppe di Vercelli, smise in seguito gli abiti religiosi e divenne professore.
Le fotografie provengono dall'archivio Cesare Valerio, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella
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