"NON UCCIDIAMOCI SULLA TANGENZIALE"

 

L’apertura anticipata al traffico della "tangenziale" suscitò qualche perplessità, di cui si fece portavoce "Eco di Biella", e aspre critiche da parte delle opposizioni politiche, in particolare il Partito comunista, che fece sentire la sua voce dalle pagine di "Baita".

 

Commentando la giornata del 16 maggio, "Eco di Biella" (che già in precedenza aveva sottolineato come la prematura inaugurazione della nuova arteria stradale fosse dovuta a motivi elettorali, «del resto comprensibili») si soffermò sulle criticità più evidenti, legate al rischio di incidenti (il primo, fortunatamente senza gravi conseguenze, era avvenuto a poche ore dall’apertura al traffico): «Già fin d’ora [20 maggio] non è difficile prevedere che la "tangenziale" mantenendo le caratteristiche segnaletiche attuali porta in sé tutti i difetti e i pericoli di strade del genere [il giornale indicava come esempi le circonvallazioni di Milano, Treviglio e Vercelli] […] è quindi ovvio un duplice invito rivolto alle autorità competenti ed agli automobilisti: non uccidiamoci sulla “tangenziale”! Le autorità hanno immediatamente rilevato quanto stiamo dicendo in questa sede […] Agli automobilisti rivolgiamo un particolare invito alla massima prudenza, non lasciarsi cioè tentare dal fatto che la "tangenziale" ha precedenza sulle strade che attraversa: può capitare che utenti, i quali percorrono per la prima volta le vie Trossi e per Candelo, non sappiano della novità e s’accorgano troppo tardi che vi è un incrocio con una strada ai lati della quale occorre fermarsi [pare infatti che all’epoca la velocità di percorrenza di quei tratti fosse di poco inferiore ai 100 km orari]».

 

Il bisettimanale di Germano Caselli sollecitava quindi le autorità competenti a provvedere alla implementazione della segnaletica orizzontale e verticale, optando anche per l’adozione di semafori e l’impiego di pattuglie di vigili e della Polstrada, così che «sulla nuova strada non si [ripetessero] i gravi errori riscontrati in percorsi analoghi».

 

 

Decisamente più critica si rivelò "Baita", che sul numero del 23 maggio non esitò a definire la nuova strada "la tangenziale della vergogna", inaugurata dal ministro Pastore «dopo una settimana di lavoro febbrile e senza alcun criterio».

 

Il giornale diretto da Carlo Brusadore ritornò sull’argomento una settimana dopo, spiegando di aver stroncato senza appello la nuova opera «non perché [ne] disconoscessimo l’utilità […], ma per il modo con cui si è tentato di concludere i lavori (allo scopo di consentire al ministro Pastore l’inaugurazione alla vigilia delle elezioni politiche) e per le soluzioni tecniche estremamente pericolose che sono state adottate. Decine di incidenti si sono verificati agli incroci che attraversano la Trossi e la strada per Candelo; mentre a Chiavazza si sono avuti intasamenti del traffico senza precedenti».

 

Anche gli appunti di "Baita" si concentravano sul problema delle intersezioni: «[…] una efficiente tangenziale di circonvallazione avrebbe dovuto avere gli incroci con queste importanti strade [Biella-Cavaglià, Trossi e via per Candelo] attrezzati mediante innesti a diverso livello in modo da distinguere nettamente il traffico che incrocia rispetto al traffico che si innesta nella tangenziale»; per ottenere questo risultato il giornale comunista suggeriva l’acquisizione di ampie aree attorno agli incroci per una più agevole diluizione del traffico e un intervento sulle aste di innesto che avrebbero dovuto «scostarsi ed accostarsi alla sede stradale soltanto dopo un percorso in sede propria, anche se allo stesso livello»; con la speranza che a tali interventi non si giungesse «alla vigilia delle elezioni provinciali».