LA NUOVA FUNIVIA OROPA-LAGO DEL MUCRONE (1962)

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 02.11.2013)

 

Il 15 settembre 1926 entrava ufficialmente in servizio la funivia che collegava Oropa al Lago del Mucrone, prima del suo genere ad essere realizzata in Piemonte.

 

Per trentacinque anni le due cabine dell’impianto (che avevano una capienza di 16 persone, aumentata a 25 nel 1934) si alternarono lungo il percorso di 2.400 metri che dalla stazione di partenza, situata sul lato sinistro della Basilica maggiore, si dipanava fino a quella di arrivo collocata a 1.868 metri di altezza, trasportando alpinisti, sciatori e "montagnin ’dla cadrega".

 

Rimasta inattiva nel biennio 1944–1945 a causa del danneggiamento di un cavo conseguente ad uno scontro tra partigiani e nazifascisti, la funivia di Oropa rientrò in servizio nel 1946: «Nella seconda metà degli anni '50 – ha scritto Marco Signoretto – le ormai trentenni cabine rosse incominciarono ad essere insufficienti per le esigenze dei turisti. In quel periodo erano state sistemate le piste di discesa che nella stagione invernale erano croce e delizia di un sempre più numeroso gruppo di appassionati sciatori».

 

Fu proprio la prospettiva di un sempre maggiore aumento della fruizione turistica della conca di Oropa a convincere Guido Alberto Rivetti, presidente della società "Teleferiche di Oropa", dell’opportunità di ammodernare l’impianto attraverso la costruzione di due nuove linee.

 

 

Nel febbraio del 1960 l’assemblea degli azionisti espresse parere favorevole alla realizzazione dell’ambizioso programma presentato dal consiglio di amministrazione, di cui diede conto "Eco di Biella" (15.02.1960): «Come è noto, la Società intende far costruire una nuova teleferica che parta da Oropa per raggiungere la attuale stazione al Mucrone onde migliorare le attrezzature e fornire la zona di un servizio moderno e confortevole. Inoltre è stato approvato il progetto di costruzione di un secondo tronco teleferico di formato più ridotto per collegare la stazione presso l’Albergo Savoia all’Anticima del Mucrone […] La nuova teleferica di Oropa partirà dalla cascina Fornace, dietro la Chiesa nuova del Santuario, e correrà sul lato destro rispetto a quella già esistente, poggiando su un unico "cavalletto". In tal modo il servizio trasporto passeggeri avrà una potenzialità almeno triplicata: gli utenti non dovranno più sottoporsi a lunghi e noiosi periodi di attesa o servirsi delle prenotazioni, non prive di inconvenienti […] [La prima teleferica] sarà dotata di un impianto fra i più moderni sia per quanto riguarda le funi e i motori, sia per le vetture che avranno la possibilità di trasportare 35 persone per volta e compiranno il tragitto in cinque minuti e mezzo. Con tale sistema, nel volgere di un’ora sarà possibile trasferire da una stazione all’altra circa 400 passeggeri».

 

Il progetto, affidato all’ing. Franco Carlevaro, entrò nella fase esecutiva nel giugno del 1960; i lavori furono appaltati alla ditta Ediltorno di Milano, «una delle più famose imprese del mondo, quella stessa che collaborò alla costruzione della diga di Kariba e che sta ora costruendo la metropolitana di Milano» ("Eco di Biella", 09.06.1960).

 

 

Il 19 giugno 1960 fu posata la prima pietra della nuova stazione a valle.

 

Di fronte ad un nutrito gruppo di autorità (tra cui il sindaco Blotto Baldo, il prefetto Abbrescia, il rettore del Santuario di Oropa can. Maffeo, il presidente della sezione biellese del CAI Fulvio Chiorino) Guido Alberto Rivetti pronunciò un breve quanto efficace discorso, nel quale palesò la soddisfazione per l’ottimo lavoro fino a quel momento svolto e le aspettative che la Società riponeva nella nuova opera; su un punto in particolare insistette l’industriale biellese: «Gli ingegneri e i tecnici della Ediltorno si daranno da fare per preparare disegni e attrezzature nel più breve tempo possibile. Noi non diamo e non daremo loro tregua e continueremo a pressarli sia da parte dei membri incaricati dal consiglio, sia in particolare da chi vi parla».

 

Rivetti concluse il suo discorso avanzando al titolare della ditta costruttrice, il cavaliere del lavoro Torno, una richiesta che il tempo si sarebbe incaricato di dimostrare irrealizzabile: «Esprimiamo una nostra fiduciosa speranza ed è: per Natale 1960 fateci salire al lago del Mucrone con la nuova teleferica. Ve ne saremo gratissimi e riconoscenti» ("il Biellese", 21.06.1960).

 

Dovette infatti trascorrere un anno e mezzo prima che l’impianto fosse terminato.

 

Le difficili condizioni climatiche non agevolarono il compito dei costruttori, i quali peraltro si premurarono di realizzare un’opera che soddisfacesse tutti i requisiti di sicurezza; ne sono testimonianza i documenti relativi alle prove di collaudo conservati all’Archivio di Stato di Vercelli: «[…] le strutture in c.a. di cui trattasi – annotava l’ing. Enrico Aprà a seguito della visita di controllo effettuata il 21 agosto 1961 – sono state eseguite con materiale di buona qualità ed a perfetta regola d’arte, ed a norme di disegni esecutivi derivati dal calcolo».

 

 

Alla fine di gennaio del 1962 la nuova funivia Oropa – Lago del Mucrone era pronta per essere inaugurata (nell’ottobre ’61 erano state installate le cabine di colore arancione adibite al trasporto di 35 passeggeri).

 

La cerimonia ebbe luogo domenica 28 gennaio.

 

Intorno alle 10 e 30 il presidente Rivetti e tutti i membri del consiglio di amministrazione della "Teleferiche di Oropa" accolsero le maggiori autorità civili e militari della provincia, gli esponenti delle varie associazioni (Camera di Commercio, CAI, Ente Turismo, “Pietro Micca”, etc.), i rappresentanti delle forze dell’ordine, e un folto pubblico di curiosi, presso la stazione di partenza (opera dell’arch. Guido Jahier): «La stazione inferiore – riportò Sergio Trivero su "il Biellese" – […] era decorata di verde a festoni e in alberelli e all’intorno erano diffusi i canti alpini, sempre suggestivi. Il Vescovo [mons. Carlo Rossi] ha benedetto gli impianti e una fiammante carrozza "arancione", Mons. Mario Trompetto, Rettore del Santuario di Oropa ha tagliato il nastro inaugurale, e quindi Mons. Rossi ha pronunciato parole di circostanza, auspicando dalla elevazione materiale che conducono in alto i corpi, una elevazione spirituale: che in alto si elevi e salga anche lo spirito».

 

Alle parole del vescovo fecero seguito i complimenti rivolti dal prefetto Benigni ai fautori dell’opera; Nito Staich (che nei quattro anni precedenti si era occupato con inesauribile energia della risistemazione delle piste da sci) lesse quindi i messaggi di adesione inviati dai ministri Pella e Pastore, dal sindaco di Biella Casalvolone, dall’ing. Torno e dal presidente delle Funivie di Courmayeur, conte Titta Gilberti.

 

Preceduto dall’arguto e spiritoso discorso di Guido Alberto Rivetti (il quale affermò che «le più di 600 mila persone che ogni anno salgono al Santuario verranno così trasportate "ancora più in alto, verso il Mucrone, al Camino; così di lassù saranno più vicine al Signore, più lontane dall’inferno e potranno domandare maggiori grazie"») ebbe poi inizio l’imbarco per il viaggio inaugurale verso la stazione superiore, presso la quale era stato allestito il rinfresco.

 

 

Nel pomeriggio la nuova funivia fu aperta alla folla di alpinisti e sportivi radunatisi a Oropa, i quali la presero letteralmente d’assalto: «Tanta fu la ressa – aggiunse ancora Sergio Trivero – così intenso il pigia – pigia, che andarono in frantumi quattro vetri del recinto riservato al pubblico nella stazione superiore […] anche da questo piccolo incidente si è potuto comprendere come, fin dal primo giorno, la nuova funivia abbia incontrato il favore del pubblico e come sia stato il pubblico a darle rumorosamente il secondo battesimo».

 

(Leggi anche La prima corsa nel 1926

 

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Le fotografie provengono dall'archivio Lino Cremon, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

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FONTI

  • Archivio di Stato di Vercelli, Fondo Prefettura di Vercelli, Opere in cemento armato
  • Signoretto M., Treni e tram nel Biellese: storia e attualità dei trasporti pubblici biellesi, Editoriale del Garda, Rivoltella del Garda 1988
  • Eco di Biella, bisettimanale indipendente
  • il Biellese, bisettimanale cattolico