LA NUOVA CHIESA DELL'OSPEDALE (1956)

(Articolo pubblicato su "La Nuova Provincia di Biella" del 16.02.2013)

 

Risale al 1940 la decisione dell’industriale conte Ettore Barberis di realizzare a proprie spese una chiesa all’interno del complesso ospedaliero di Biella, «perché – precisò la professoressa Maria Maroino, autrice del volumetto "La nuova chiesa dell’Ospedale di Biella" – gli era sembrata tanto piccola e inadatta la vecchia cappella che doveva accogliere troppi fedeli tra le sue esigue mura, e poi, una chiesa dura a lungo negli anni e l’esempio dell’opera buona compiuta può spingere altri sulla via della generosità, può guidare al bene».

 

 

Il progetto fu affidato al geometra Giuseppe Mortarini il quale, ispirandosi alle basiliche romaniche, ideò una costruzione a tre navate (una centrale destinata a elevarsi fino a 12 metri dal suolo e due laterali, alte 6mt) con abside semicircolare, collegata agli altri edifici dell’ospedale da un corridoio e rivestita all’esterno di mattoni rossi.

 

Due anni dopo, nel 1942, si procedette alla posa della prima pietra: «Tutto sembrò tanto semplice e bello – scrisse ancora la Maroino – e pareva che in pochi anni i canti sacri sarebbero saliti verso l’alto nella novella casa del Signore»; l’ottimismo iniziale dovette però lasciare il passo alla dura realtà della guerra e alle restrizioni ad essa connesse, che provocarono la sospensione dei lavori.

 

 

Solo all’inizio degli anni Cinquanta la questione inerente la chiesa dell’Ospedale ritornò di attualità, l’opera di costruzione riprese e si individuò nel 4 ottobre 1955, giorno coincidente con la festa di San Francesco di Assisi (santo a cui sarebbe stato dedicato il nuovo tempio), la data più opportuna per la cerimonia di consacrazione.

 

Per motivi imprecisati si dovette però procrastinare ancora: «La inaugurazione dell’ormai ultimata chiesetta dell’ospedale di Biella – segnalò "Eco di Biella" sul numero del 5 gennaio 1956 – che avrebbe dovuto avvenire nello scorso mese di ottobre ’55, nel giorno della festa di S. Francesco, al quale la chiesetta stessa è dedicata, è stata rimandata a data da stabilirsi».

 

La notizia fu riportata anche da "il Biellese", che tuttavia si premurò di rassicurare i suoi lettori: «In ogni modo non dovrebbe tardare il giorno in cui si inizierà la ufficiatura» (03/01/1956).

 

 

L’attesa, più lunga del previsto, si protrasse fino all’autunno.

 

Nel mese di settembre, terminati gli ultimi ritocchi alla struttura, il conte Barberis firmò l’atto notarile che sanciva ufficialmente la donazione della nuova chiesa all’Ospedale degli Infermi di Biella.

 

 

Lunedì 29 ottobre 1956 si poté finalmente procedere alla solenne consacrazione.

 

La cerimonia ebbe inizio intorno alle ore 10 del mattino.

 

Sui banchi presero posto, oltre a Ettore Barberis e alla sua famiglia, il sindaco di Biella Bruno Blotto Baldo, l’on. Giuseppe Pella, il consiglio di amministrazione dell’Ospedale al gran completo capeggiato dal presidente, l’ingegner Lace, una nutrita rappresentanza di medici e del personale ospedaliero, diversi sacerdoti e superiori di ordini religiosi della città e della diocesi, il prefetto di Vercelli dott. Malinverno accompagnato dai rappresentanti delle forze dell’ordine; erano presenti anche la professoressa Maroino, esperta di storia dell’arte e responsabile dell’elaborazione del libretto di presentazione della nuova chiesa (al quale abbiamo accennato poco sopra), e gli artisti che avevano provveduto alle decorazioni interne.

 

A officiare la sacra funzione fu mons. Carlo Rossi, assistito dal cappellano dell’Ospedale don Bonino; durante la predica il vescovo si soffermò sul «particolare valore che assume la casa di Dio quando è destinata, come la chiesa di San Francesco, ad ospitare chi soffre e chi cerca di lenire la sofferenza», sottolineando come tale significato rendesse «più grande il valore del dono fatto all’ospedale e alla città» ("il Biellese", 30/10/1956).

 

 

Al termine della cerimonia di consacrazione i presenti si spostarono nel salone d’onore, dove era in programma il ricevimento ufficiale.

 

Trattenendo a stento la commozione, il conte Barberis consegnò al presidente del consiglio di amministrazione dell’Ospedale le chiavi del nuovo tempio dedicato a San Francesco: «Con la cerimonia di ieri – commentò "il Biellese" sul numero del 30 ottobre 1956 – una altra chiesa si è aggiunta ai templi cittadini, quasi avanguardia di quelle che stanno nascendo a Biella e nei paesi vicini. È una chiesa la cui storia è lunga e laboriosa, con ostacoli che ne hanno ritardato la nascita ma che non hanno potuto fermare la ferma volontà del conte Barberis […] Oggi, nel recinto di via Marconi, la chiesa si leva bella, in purezza dalla cui fantasia ha preso vita».

 

Anche "Eco di Biella" manifestò apprezzamento per l’opera appena inaugurata, ma con pragmatica attenzione alle questioni concrete non mancò di sottolineare come uno dei primi nodi da sciogliere riguardasse la possibilità di «ammettere o no al tempio oltre agli abitatori dell’ospedale, i visitatori occasionali, i fedeli. Per il momento l’ingresso al pubblico [era] precluso» (01/11/1956).

 

 

Galleria Fotografica

Le fotografie provengono dall'archivio Lino Cremon, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

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FONTI

 

  • Maroino Maria, La nuova chiesa dell’Ospedale di Biella, Tipolito Maula, Biella 1956
  • il Biellese, bisettimanale cattolico
  • Eco di Biella, bisettimanale indipendente