L’idea della "tangenziale" (una strada che unisse la Biella – Cavaglià con la Biella – Cossato, deviando il traffico dal centro cittadino) risale agli anni Cinquanta del secolo scorso: fu infatti l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Blotto Baldo a includerne la realizzazione nel Piano regolatore del 1951.
Dovettero comunque trascorrere più di dieci anni prima che il progetto, curato dall’ing. Giovanni Porta, ricevesse l’approvazione definitiva del Consiglio di Amministrazione dell’A.N.A.S (25 febbraio 1963).
I dettagli dell’opera furono poi illustrati sulle pagine de "il Biellese": «La nuova arteria, partendo dalla Biella – Cavaglià all’altezza della Piccola Casa della Divina Provvidenza, raggiungerà la Trossi che attraverserà "a raso", quindi, oltrepassata la Biella – Candelo, sottopasserà la linea ferroviaria per iniziare, in trincea, la discesa verso il Cervo, che sarà attraversato da un viadotto […] Il progetto dell’ing. Giovanni Porta prevede, all’uscita dal trincerone che sarà a sezione molto aperta, per un maggior senso di spazio, un ponte – viadotto, in cemento armato lungo ca. 580 metri, costituito da 17 campate. Le pile, all’imbocco del viadotto, saranno alte ca. 28 metri sul greto […] per limitare sia la pendenza della strada, sia per evitare contropendenze, la strada correrà anziché al piano di campagna, su un rilevato. Si sarebbe potuto forse evitare il terrapieno prolungando il viadotto ma il costo sarebbe stato notevolmente maggiore» ("il Biellese", 01.03.1963).
La spesa stimata che sarebbe stata a carico dell’A.N.A.S. si aggirava intorno ai 600 milioni di Lire, a cui andavano aggiunti altri 150 milioni che il Comune aveva preventivato per gli espropri di terreni e fabbricati.
La prima gara d’appalto, che si tenne il 28 luglio 1964 presso la sede del Compartimento A.N.A.S di Torino, si risolse in un nulla di fatto: «Del resto – commentò "Eco di Biella" (30.07.1964) – era nelle previsioni che la gara andasse deserta. I prezzi base furono stabiliti qualche tempo addietro e da allora si ebbero due considerevoli aumenti dei prezzi edilizi. In sostanza nessuna impresa si è sentita in grado di assumere a proprio carico un lavoro così imponente sulla base di prezzi del tutto superati».
La pratica fu così rispedita a Roma per l’aggiornamento dei prezzi e riottenne l’approvazione del Consiglio d’Amministrazione dell’A.N.A.S solo alla fine di aprile del 1965; l’arrivo pochi giorni dopo a Biella del nuovo capo dipartimento A.N.A.S. di Torino, ing. Domenico Cavalli, fece sperare in una rapida soluzione dello stallo che si era venuto a creare.
La nuova gara, indetta per martedì 3 agosto 1965 presso la Direzione generale dell’A.N.A.S di Roma, andò a buon fine: ad aggiudicarsi l’appalto fu l’impresa Italstrade, già conosciuta e apprezzata nel Biellese essendo impegnata nella realizzazione del collegamento stradale Mongrando – Settimo Vittone.
L’importo base, che nella gara precedente era stato di quasi 565 milioni di Lire, era lievitato a più di 657 milioni: «L’opera di maggior importo – sottolineò "Eco di Biella" (02.08.1965) – è rappresentata dal ponte – viadotto sul Cervo con una lunghezza di m 560,50 fra le spalle; il viadotto – aggiunse il giornale diretto da Germano Caselli, addentrandosi in complessi dettagli tecnici – è costituito da 17 campate […] sarà costruito con travi del tipo Gerber, l’impalcato verrà invece costituito da cinque travi ad interasse di m 2,68 con sbalzi laterali e soprastante soletta; la trave Gerber è sostenuta da due pilastrate a sezione esagonale per ogni pila».
Per quanto riguardava le fondamenta destinate a sorreggere i piloni, i sondaggi del terreno (effettuati attraverso trivellazione ad una profondità massima di 15mt) avevano evidenziato la presenza di trovanti, massi e ciottoloni, e quindi possibili difficoltà nella realizzazione dei basamenti: per ovviare al problema si era così optato per l’impiego di cassoni autoaffondanti.
I lavori furono avviati nell’autunno del 1965.
A febbraio dell’anno successivo erano in fase di ultimazione le spalle del cavalcavia sovrastante la strada del Maglioleo e le fondamenta dei piloni del viadotto sul Cervo.
Il cronista di "Eco di Biella", inviato a compiere un sopralluogo nel cantiere della Italstrade (impiantato in regione Maglioleo a Chiavazza), scrisse che «l’appezzamento di terreno, debitamente livellato, dinnanzi alle baracche caratteristiche dei cantieri edili era quasi completamente ingombro di camion, ruspe, scavatori ed altri attrezzi»; il direttore dei lavori, geom. Vercellotti, indicò nel dicembre 1967 il termine probabile dei lavori, aggiungendo che sarebbe stato necessario raddoppiare il numero di operai impiegati: «Con la prossima primavera, quando cominceremo a lavorare sul tracciato della strada, penso che ne impiegheremo almeno un centinaio, forse anche 120» ("Eco di Biella", 21.02.1966).
Nella tarda primavera del 1967 i piloni del viadotto erano ormai ultimati ma non tutto forse procedeva secondo i piani.
Sul finire di maggio l’A.NA.S. dovette infatti approvare "la perizia di variante tecnica suppletiva", destinando alla "tangenziale" un contributo supplementare di 66 milioni: «In altre parole mentre i lavori erano già in corso, si presentarono difficoltà tecniche tali da richiedere un ulteriore finanziamento. Il fatto che sia stato concesso lascia sperare in un sollecito compimento della grandiosa opera» ("Eco di Biella", 25.05.1967).
A luglio furono posate le travi trasversali.
Il 1968 si aprì con l’annuncio che la nuova circonvallazione sarebbe stata completata entro la primavera.
«Il lungo ed imponente viadotto della “tangenziale” che supera la "fossa" del Cervo –informò "Eco di Biella" sul numero del 1 maggio – sarà pronto tra un mese o al massimo due. In questi giorni una ditta specializzata ha terminato le abbondanti "iniezioni" di cemento liquido all’altezza delle arcate. Dalla parte di Chiavazza sono a buon punto i lavori per la costruzione dei passaggi pedonali e relative protezioni. I tratti di strada ai lati del ponte sono stati sistemati e sono pronti ad accogliere il traffico».
Le previsioni del bisettimanale diretto da Germano Caselli non tennero però conto delle elezioni politiche in programma per il 19 maggio e delle conseguenti esigenze propagandistiche dei candidati biellesi di area centrista: l’inaugurazione della "tangenziale" fu infatti anticipata al 16 maggio e vide la partecipazione del ministro Giulio Pastore, degli onorevoli Giuseppe Pella e Renzo Franzo, dell’amministrazione comunale capeggiata dal sindaco Borri Brunetto, del presidente della Provincia Petrini e appunto dei candidati per la Democrazia Cristiana Blotto Baldo, Novaretti e Casalvolone.
Dopo i discorsi del sindaco, del ministro Pastore e dell’on. Pella, il vescovo Carlo Rossi impartì la sacra benedizione alla nuova arteria stradale, che poco dopo fu aperta al traffico.
Il costo complessivo dell’opera aveva quasi raggiunto il miliardo di Lire.
Le fotografie provengono dall'archivio Lino Cremon, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella
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FONTI
il Biellese, bisettimanale cattolico
Eco di Biella, bisettimanale indipendente
Baita, l'informatore alpino