L'ISTITUTO PROFESSIONALE "REGINA MONTIS OROPAE" (1953)

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 07.03.2015)

 

«Ora che la produzione intensa, ma uniforme, della guerra è finita – scriveva nel 1925 Albino Machettoricomincia per l’industria la lotta per la concorrenza. Nuovi formidabili problemi si impongono: nuovi mercati debbono esser tenuti o conquistati […] Le materie prime, i trasporti, le dogane, la legislazione sociale, il macchinario, la mano d’opera, il reclutamento dei capi, l’acquisto, lo smercio presentano condizioni profondamente mutate. Ecco che perciò si deve intensificare la istruzione professionale, la tecnica deve corrispondere alla nuove esigenze. […] Ed ecco quindi la necessità di portare il R. Istituto Industriale "Quintino Sella" alla massima efficienza, affinchè prepari i nuovi ufficiali dell’esercito industriale: […] i nuovi tecnici che mantengano sempre alte le sorti dell’industria biellese».

 

 

Il primo a intuire che al progresso tecnologico applicato all’industria si dovesse necessariamente accompagnare anche l’aumento del grado di professionalità dei lavoratori era stato il vescovo Pietro Losana, che nel 1838 aveva promosso l’istituzione della Società per l’avanzamento delle arti, dei mestieri e dell’agricoltura; tra gli obiettivi che la scuola si proponeva (lotta all’ignoranza, al pregiudizio e all’ozio; tentativo di aiutare le fasce meno agiate della popolazione a migliorare le proprie condizioni di vita) primeggiava il «desiderio di far sì che l’operaio non fosse solo una macchina, che un giorno si sarebbe potuta sostituire con un’altra meno costosa, ma che della macchina egli diventasse il dominatore» (citato in Mariuccia Macchetto).

 

A sostegno dell’iniziativa del vescovo intervennero figure di spicco del panorama economico e culturale biellese, quali Giovanni Battista Sella, Paolo Amosso, Pietro Francesco Piacenza, Gregorio Sella; ai primi corsi di aritmetica, disegno lineare e geometria lineare, avviati nel gennaio del 1839, si aggiunsero in seguito quelli di meccanica, calligrafia e grammatica.

 

 

Le innovazioni tecnologiche che rivoluzionarono il comparto industriale nel corso dell’Ottocento resero evidente agli occhi degli imprenditori biellesi la necessità di istituire scuole che «dessero risultati efficaci […] che dovessero avere di mira la preparazione dei lavoratori addetti alle principali attività della zona o impiegati nelle industrie più diffuse nel luogo in cui si voleva istituire la scuola» (M. Macchetto).

 

Nel 1869 si arrivò all’apertura della prima scuola professionale rivolta a quegli operai i quali, già in possesso di un’istruzione di base, «intendevano applicarsi alle arti ed alle industrie tessili, chimiche, meccaniche e muratorie» (cit. in M. Macchetto); le materie di studio del Regio Istituto Professionale (divenuto in seguito Istituto Tecnico Industriale e intitolato a Quintino Sella, che del progetto era stato uno dei più convinti sostenitori) erano meccanica (poi suddivisa in meccanica e elettrotecnica), arte tessile (da cui tessili e chimici tintori) e costruzioni; nel 1911, «per rendere l’insegnamento tecnico veramente pratico […] e perciò formare i veri tecnici specializzati dell’industria» (A. Machetto), Felice Piacenza fondò il Lanificio Scuola.

 

 

Altri esempi di scuole professionali promosse da imprenditori locali furono: la Scuola di tecnica di disegno, calcolo e geometria di Mosso Santa Maria, aperta nel 1863 su iniziativa di Pietro Sella, che dopo una fase di crisi alla fine dell’Ottocento riuscì a consolidarsi negli anni del Primo conflitto mondiale, arrivando ad essere prima pareggiata (1921) e poi regificata (1925); la Scuola di commercio e di ragioneria industriale fondata nel 1913 da Eugenio Bona al fine di preparare «veri uomini d’affari»; la Scuola professionale operaia promossa nel 1927 da Leone Garbaccio, ancora a Mosso Santa Maria, con corsi serali che si tenevano dalle 20 alle 22, cinque giorni su sette, per cinque mesi all’anno; la scuola di avviamento e perfezionamento riservata agli operai dello stabilimento di Oreste Giletti a Ponzone (e ai loro figli).

 

 

Se l’attenzione nei confronti della preparazione dei futuri quadri dirigenti delle aziende biellesi pareva ormai consolidata, a giudizio di Albino Machetto era necessario intervenire sul processo formativo dei quadri intermedi: «Il Biellese deve istruire i sottufficiali ed i soldati. Il problema delle maestranze si fa assillante»; soffermandosi sui fenomeni migratori, il direttore dell’Istituto Commerciale "E. Bona" sottolineava che l’arrivo di operai forestieri nelle fabbriche biellesi implicava necessariamente uno sforzo finalizzato ad «assimilar[li] e mantener[li] superior[i] alle maestranze dei concorrenti […] Il mantenimento della efficienza delle maestranze è un problema che supera ogni altro: nulla deve essere lasciato intentato per risolverlo».

 

Alcuni tentativi in tal senso furono compiuti in Valsessera, a Ponzone, ad Andorno; nei paesi dell’emigrazione edile (Mongrando, Piatto, l’alta Valle Cervo) sorsero scuole serali o diurne stagionali.

 

 

All’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso, quando l’industria biellese si stava ormai lasciando alle spalle i difficili anni del secondo dopoguerra, fu istituita a Sagliano (che già in precedenza aveva ospitato una Scuola diurna di avviamento al lavoro) una vera e propria Scuola Tecnica Professionale «avente il compito di donare ai giovani una salda preparazione meccanico – tessile, avviandoli a diventare, in un prossimo domani, esperti lavoratori con mansioni di assistenza e di direzione in stabilimenti dell’industria laniera e cotoniera, anzi tessile in genere» ("il Biellese", 24.04.1953).

 

A promuovere e finanziare l’iniziativa fu la Pontificia Commissione di Assistenza, presieduta da mons. Ferdinando Baldelli e rappresentata nel Biellese da don Benvenuto Panizza; i locali deputati ad accogliere la scuola furono ricavati all’interno della Casa diocesana per esercizi spirituali del clero "San Giuseppe", che fino al 1937 era stata sede del Grand Hôtel – Stabilimento idroterapico Sella di Andorno.

 

La decisione di istituire una Scuola professionale fu presa nel corso della riunione dei dirigenti diocesani piemontesi della P.C.A. che ebbe luogo proprio alla Casa "San Giuseppe" di Sagliano nel settembre del 1952 e alla quale parteciparono il presidente centrale mons. Baldelli e il vescovo di Biella mons. Carlo Rossi.

 

 

I lavori di adattamento dei locali furono avviati poco dopo, sotto l’attenta supervisione dell’architetto Corinto Boffa Ballaran, assistito dal geometra Codini; nella primavera del 1953 l’Istituto Professionale "Regina Montis Oropae" era pronto per essere aperto al pubblico: «La scuola che può ospitare centoquaranta convittori – informò "il Biellese" (02.05.1953) – comprenderà un corso biennale di preparazione per giovani dai 14 ai 16 anni e un biennio di specializzazione pratica per giovani dai 16 ai 18 anni, con un annesso pensionato per coloro che ad ultimazione dei corsi, necessitassero di ospitalità e assistenza nell’attesa di poter essere avviati al lavoro nell’industria tessile locale».

 

La struttura disponeva, nel corpo centrale, di due ampi saloni destinati ai laboratori tecnici di carderia e filatura, della sala da gioco, del parlatorio e della cappella; i piani superiori erano occupati da tre grandi dormitori (140 letti), dotati di servizi; 14 erano le aule di lezione (più una di disegno).


Nel fabbricato orientale trovavano posto il salone per le conferenze, la sala per i dirigenti, i servizi e, al piano seminterrato, i refettori, la cucina e i magazzini.  


 

Alla cerimonia di inaugurazione, domenica 10 maggio 1953, prese parte un folto stuolo di autorità e personalità di spicco: oltre al vescovo Rossi e al presidente della P.C.A. mons. Baldelli (accompagnato dal rappresentante biellese don Panizza e da una folta delegazione), il sindaco di Biella Blotto Baldo, il prefetto De Bernart, il provveditore agli studi Toselli Colonna, il presidente della Camera di Commercio Vaglio Rubens, assessori e consiglieri provinciali, i parroci di Andorno e Sagliano; ospite d’onore il ministro Giuseppe Pella, che oltre a spendere parole di apprezzamento per la nuova struttura e di gratitudine nei confronti dell’opera svolta dalla Pontificia Commissione Assistenza (definita «il Ministero della Carità»), si preoccupò di sottolineare lo sforzo compiuto fino a quel momento dal governo per risolvere il problema scolastico.

 

Al termine della cerimonia il vescovo Rossi e mons. Baldelli inviarono due telegrammi al Pontefice Pio XII e al Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.

 

 

L’offerta formativa proposta dall’Istituto diretto da don Luigi Bonfanti, in grado di accogliere 140 allievi interni e 100 esterni, era strutturata su due bienni: il primo comprendeva l’insegnamento di tecnologia tessile, disegno, lingue, geografia, storia, aritmetica, geometria, fisica, chimica, meccanica e istruzione pratica sulle macchine; il secondo aggiungeva agli approfondimenti delle materie già trattate in precedenza, lezioni di sindacalismo in generale e in rapporto all’industria tessile e esercitazioni pratiche presso gli stabilimenti del territorio.

 

Lo scopo era fornire all’industria tessile biellese, «nel modo più rapido, moderno ed opportuno, i tecnici capaci di essere i migliori assistenti, sottocapi, capi e dirigenti di reparto» ("il Biellese", 15.09.1953).

 

 

L’Istituto "Regina Montis Oropae" rimase in attività fino al 1964; a partire dall’anno scolastico successivo, la struttura fu trasformata in Centro Pilota per il recupero di poliomielitici (rinominato poi “Domus Laetitiae”) e affidata ai Missionari Oblati di Maria Immacolata, meglio conosciuti come Missionari del "Polo Nord".

 

 

Galleria Fotografica

Le fotografie provengono dall'archivio Lino Cremon, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

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FONTI

  • Archivio di Stato di Vercelli, Fondo Provveditorato agli Studi di Vercelli
  • Macchetto M., Profilo dell’istruzione professionale per l’industria laniera nel Biellese, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 1968
  • Machetto A., Lo sviluppo industriale e l’istruzione professionale nel Biellese, Industria e Labor, Biella 1925
  • il Biellese, bisettimanale cattolico
  • Eco di Biella, bisettimanale indipendente