DALLA MOSTRA AL MUSEO

 

A tagliare il nastro tricolore posto di fronte all’ingresso della Mostra delle Truppe Alpine fu il generale Emilio Battisti: «Figura leggendaria il Gen. Battisti. Nessun altro meglio di lui – commentò "il Biellese" – avrebbe potuto inaugurare una Mostra del Valore Alpino, col sobrio stile militare proprio delle fiamme verdi».

 

L’alto ufficiale aveva infatti partecipato alla campagna di Russia del 1942-43 in qualità di comandante della divisione alpina «Cuneense»: catturato durante la tragica ritirata del gennaio 1943, aveva trascorso sette anni di prigionia in Unione Sovietica.

 

La visita allo spazio espositivo, «lunga e minuziosa», permise a Battisti e alle altre personalità che lo accompagnavano di apprezzare l’ottimo lavoro svolto dall’architetto Nicola Mosso e da suo figlio Leonardo: particolare emozione suscitò nei presenti il Sacrario disposto al centro della Mostra e «dominato dalle sembianze del Cristo […] con attorno cinque croci formate con canne di fucile prelevate dal vecchio camposanto di Redipuglia».

 

Il successo di pubblico della Mostra (che annoverò tra i suoi visitatori anche il Maresciallo Pietro Badoglio e il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi) convinse gli organizzatori dell’opportunità di allestire un’esposizione permanente.

 

L’impresa, tutt’altro che semplice, fu portata a termine vent’anni dopo dal presidente Alvise Mosca con il prezioso aiuto del dott. Giuseppe Cavallo: nel 1972 fu inaugurato nei locali della sede A.N.A. di via Delleani il Museo delle Truppe Alpine «Mario Balocco», che con la sua ammirevole raccolta di cimeli, di documenti, di testimonianze e di altro materiale di grande valore, si proponeva (e si propone) di tramandare la storia del Corpo degli Alpini.

 

Attualmente il museo si trova nella nuova sede A.N.A. di via Ferruccio Nazionale.

 

(Leggi anche La Mostra Nazionale delle Truppe Alpine)