UN BIELLESE ALLA PRIMA SUSA-MONCENISIO (1902)


Il 27 luglio 1902 si disputò la prima edizione della gara automobilistica in salita Susa–Moncenisio, promossa da "La Stampa Sportiva": «La più grave delle deficienze che si addebitano ai motori a benzina – scriveva il periodico torinese sul numero del 6 luglio 1902 – è certo la loro poca attitudine a superare facilmente forti salite. […] noi pensiamo che sarebbe utile, pratica ed importante una prova di salita su percorso non breve per strade note, ed alla quale possano prendere parte non solo i colossi da corsa, ma anche le macchine minori da tourista […]. Partendo da questo concetto ci siamo persuasi di organizzare prima della chiusura della nostra Esposizione internazionale dell’Automobile e del Ciclo una prova di salita e di praticità sul percorso Torino-Susa-Moncenisio. Il primo tratto Torino – Susa (km52) dovrà farsi in passeggiata (en ballade, come dicono i francesi) ed il secondo tratto Susa – Moncenisio (km23) si farà in velocità».


Alla gara, patrocinata da S.A.R. il Duca di Genova e dalla Principessa Laetitia di Savoia Napoleone, Duchessa di Aosta, si iscrissero cinquanta concorrenti, divisi in due classi, velocità e touristi.


Tra i partecipanti alla categoria turistica, sezione vetture leggere, ci fu anche il biellese Gregorio Pivano, autista della famiglia Marsaglia di Torino: «Il Pivano racconta che insieme al suo "padroncino" [Vincenzo Marsaglia] si preparò alla corsa con entusiasmo e impegno. La Fiat con la quale avrebbero partecipato alla gara […] era pesantissima: si dovette privarla di tutta… la zavorra, cioè delle parti non strettamente necessarie al funzionamento della macchina. Eseguita l’operazione, i due constatarono che il peso dell’auto era ancora elevato: bisognava togliere altre parti, anche poco, giacchè la vittoria poteva dipendere da una minima differenza nel peso. Ma che cosa si poteva ancora eliminare senza che la macchina, ormai ridotta al semplice telaio e al motore, divenisse praticamente inservibile?»: decisero allora di smontare anche i freni, contando sul fatto che la corsa era in salita.


La scelta si rivelò vincente: Pivano e Marsaglia raggiunsero per primi il traguardo in 50' e 20'', viaggiando alla notevole (per l’epoca) media di 27 km/h; i due dovettero però affrontare senza freni il «periglioso» viaggio di ritorno, «strisciando [l’auto] contro i muri o i terrapieni a monte» ("Eco di Biella", 07.04.1960).



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