Le vetture su cui gareggiavano i piloti degli anni Trenta, seppur lontane anni luce da quelle odierne, velocissime e tecnologicamente sofisticate, rappresentavano comunque per l’epoca quanto di meglio l’ingegneria automobilistica potesse ideare: le italiane Alfa Romeo e Maserati, la francese Bugatti, le tedesche Auto Union e Mercedes erano le case più rappresentate nei vari Gran Premi.
Al I Circuito Automobilistico di Biella quattro auto sulle sette qualificate per la finale erano modelli Alfa Romeo progettati dal designer di origine ungherese Vittorio Jano: il vincitore Carlo Felice Trossi e il secondo classificato Achille Varzi erano al volante della monoposto Tipo B P3 2900L, 2905cc di cilindrata, con motore da 8 cilindri in linea, capace di sviluppare una potenza di 255cv e in grado di raggiungere i 262km/h.
Balestrero e Minozzi guidavano invece l’Alfa Romeo 8C 2600L Monza, biposto da 2556cc, la cui velocità massima raggiungibile era di 217km/h, mentre la macchina di Nuvolari era un’Alfa Romeo 8C 2300L Monza, biposto da 2336cc, con la quale l’asso mantovano aveva vinto nel 1931 il Gran Premio d’Italia a Monza.
Nella finale dell’edizione del 1935 vinta da Tazio Nuvolari l’Alfa Romeo era ancora in vantaggio, seppur di una sola macchina rispetto alla Maserati: quattro auto per la casa milanese, tre per quella bolognese.
I piloti della Scuderia Ferrari (Nuvolari, Trossi, Chiron e Tadini) erano alla guida della monoposto Alfa Romeo Tipo B 3200L, 3165cc, da 265cv; le auto erano di colore rosso con il simbolo del cavallino rampante sul cofano.
I piloti della Scuderia Subalpina guidavano invece tre modelli di Maserati: Farina era alla guida della 4CM 2500, monoposto con motore da 2482,6cc in grado di sviluppare una potenza massima di 195cv e di raggiungere i 220km/h; Dusio della monoposto 8CM 3000, con motore da 2991,4cc, la cui potenza oscillava tra i 220 e i 240cv, con velocità massima compresa tra i 220 e i 250km/h; a Varzi infine era stata affidata la Tipo 6C 34, dotata del nuovo motore a 6 cilindri da 3724,1cc, 270cv di potenza che permettevano di raggiungere la velocità di 250km/h.
(Leggi anche Il Circuito automobilistico di Biella 1934 - 1935)