REALIZZATO DALLO SCULTORE BUZZI RESCHINI IL MONUMENTO AI CADUTI

 

La prima iniziativa per ricordare i Caduti del Mandamento di Mosso S. Maria nella Grande Guerra, promossa dalle organizzazioni che facevano capo al Partito socialista, risale al 1919.

 

Nel dicembre di quell’anno sulla facciata della Casa del popolo di Crocemosso fu infatti apposta una lapide commemorativa, a giudizio del "Corriere Biellese" «vera opera d’arte dovuta al compagno Perino Massimino» (citata da Luigi Moranino), la cui incisione esprimeva chiaramente le posizioni antimilitariste e a favore della pacifica convivenza fra i popoli proprie del movimento socialista; se nel gennaio del 1921 il sindaco di Crocemosso (insieme ai colleghi di Cossato, Camandona e Portula) riuscì ad ottenere la sospensione del provvedimento con cui il sottoprefetto di Biella cav. Danzi imponeva di rimuovere quelle lapidi che recassero «espressioni che non possono essere consentite», nulla potè nell’estate dell’anno successivo di fronte all’incursione di una squadra fascista che asportò definitivamente la stele.

 

 

Al Parco della Rimembranza, che fu il primo passo compiuto dalla comunità di Crocemosso per perpetuare il ricordo dei propri Caduti, fece seguito il monumento realizzato nella seconda metà degli anni Venti.

 

Nel settembre del 1924 fu costituito un apposito comitato per reperire i fondi necessari, presieduto dal sindaco Annibale Canepa; «Una famiglia del luogo in memoria d’una cara Perduta» – informò "il Biellese" (16.10.1924), si fece carico delle spese per la realizzazione del gruppo scultoreo "Stirpe d’Eroi" (affidata all’artista Giacomo Buzzi Reschini, originario di Viggiù ma attivo a Torino, dove si era trasferito in giovane età per frequentare l’Accademia Albertina): «Sono tre figure di gran mole, eseguite con tecnica perfetta, le quali si presentano con forza e contrasti e rivelano immediatamente all’osservatore i sentimenti che inspiravano l’artista. In alto si erge, magnifico per virile maestà, un soldato romano, che tiene nel pugno poderoso l’asta della Patria bandiera, mentre l’altra mano, si apre nel petto del fante morente, con una commovente espressione […]. Il santo simbolo del Sacrificio si abbandona sul ginocchio del Romano e sulla spalla dell’ardito, che mentre pietosamente lo sostiene, sta in atto di vigile attesa» ("il Biellese", 16.07.1926).

 

Prevista per il mese di settembre del 1926, l’inaugurazione del monumento dovette tuttavia essere rimandata fino all’autunno dell’anno successivo (la posa del gruppo scultoreo sul basamento di granito avvenne infatti solo nell’estate del 1927).

 


Oggi il monumento ai Caduti di Crocemosso si trova in una sede diversa da quella in cui fu originariamente collocato alla fine degli anni Venti.


Nel 1962 il locale Consiglio sezionale dell’Associazione combattenti e reduci, con decisione unanime, richiese all’amministrazione comunale che l’opera fosse riposizionata nel vicino Parco della Rimembranza: «La richiesta al Comune – informò "il Biellese" (31.08.1962) – è stata originata dalla costruzione di un condominio che nasconde la vista del bel monumento, il quale sarà così tolto dalla sua posizione divenuta infelice […]».

 

 

FONTI


  • Moranino Luigi, La "guerra contro le lapidi" nel Biellese antifascista, su l'impegno, a.XI, n.3 dicembre 1991
  • il Biellese, bisettimanale cattolico