NON SOLO GIOCHI

 

La Banca del Giocattolo nacque con l’intento preminente di fungere da luogo in cui i bambini potessero versare, prelevare o scambiare giocattoli; altre attività andarono in seguito ad aggiungersi, alcune sollecitate dalla funzionalità stessa dell’organizzazione, altre di carattere marcatamente educativo.

 

La necessità di riattare i vestiti spesso logori delle bambole versate alla Banca richiese l’allestimento di un apposito laboratorio, di cui si fece carico Stefania Canova, animata dal «suo buon gusto e [dal] suo amore all’arte del cucito per ricreare abitini alle bambole»; ben presto si passò ad una vera e propria scuola di cucito, frequentata da bambine di età compresa tra gli otto e i dieci anni.

 

 

Anche altri tipi di giocattoli spesso richiedevano un intervento di "manutenzione": ad occuparsene fu inizialmente Giorgio Levis, impiegato di "Eco di Biella" con la passione per tenaglie e cacciavite, a cui in seguito si affiancarono Pippo Pozzi, Fulvio Platinetti e altri artisti biellesi, i quali diedero «il loro contributo di ricostruttori di volti, e nacque un vero e proprio laboratorio, con il settore «istituto di bellezza», per ridonare efficienza e freschezza ai giocattoli dimessi» ("Ha fatto parlare di sé la banca del giocattolo").

 

Gli accorati appelli di aiuto rivolti al termine di ogni anno scolastico a Geppetto dai piccoli studenti che, avendo concluso con scarso profitto il corso di studi, erano stati messi in punizione dai genitori, spronarono la Banca a indirizzare la propria offerta anche in campo didattico.

 

La disponibilità della professoressa Mariella Marchi permise di istituire un corso gratuito di stenodattilografia, che aveva luogo presso i locali di via Orfanotrofio 7; la scuola di danza e di ginnastica educativa della professoressa Tessy Dragonetti riservò, sempre gratuitamente, la frequentazione dei corsi alle ragazze della Banca, soprannominate "Le farfalline della banca"; e ci fu anche chi poté usufruire delle borse di studio per i corsi di lingue "Le foyer des jeunes" tenuti dalla professoressa Maria Maroino.

 

 

Non meno importanti furono le iniziative concernenti la creazione della biblioteca della Banca, con l’aiuto di case editrici nazionali e di librai biellesi, e lo "Sportello dei libri", dedicato allo scambio di testi scolastici: «La banca passa così, per naturale sviluppo, dal settore puramente dilettevole, e già comprensivo di educazione per la sua naturale istanza di solidarietà, a quello didattico, conservando la sua caratteristica di donare felicità» ("Relazione della banca del giocattolo").