LA CROCE SUL MONTE MUCRONE

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 21.01.2012)

 

«Non sono solo gli alpinisti liberali ad amar i monti: li amano anche i cattolici […] Or bene anche sul Biellese, già incoronato de’ rinomati Santuari di Oropa, Graglia e San Giovanni, come del S. Bernardo sopra Trivero, si è pensato di consacrare così colla Religione una delle punte più cospicue, il Mucrone»: con queste parole il 30 luglio 1898 "il Biellese" (che all’epoca si chiamava "Biella Cattolica – Vita Biellese") diede notizia dell’iniziativa del Vicariato di Sordevolo volta a erigere una monumentale croce metallica sulla cima del monte Mucrone.

 

L’idea era stata presentata da don Bracco, vicario di Sordevolo, ai parroci di Occhieppo Superiore, Galfione, Pollone, Muzzano e Bagneri nel corso di una riunione tenutasi a Pollone nel settembre dell’anno precedente e aveva ricevuto unanime consenso; il progetto, approvato dall’Amministrazione del Santuario di Oropa e affidato al geometra Sereno di Sordevolo, prevedeva di innalzare su di un basamento in muratura una croce di ferro alta 10 metri e con i bracci lunghi 1,65 metri ciascuno.

 

Quattro cavi metallici avrebbero ancorato il monumento al terreno roccioso, garantendo una migliore resistenza alle frequenti bufere.

 

Nelle intenzioni di don Bracco la croce avrebbe dovuto essere visibile da tutte le parrocchie del Vicariato: per trovare il punto migliore furono effettuati diversi sopralluoghi sulla cima e per le prove di visibilità si ricorse all’utilizzo di un palo verniciato di rosso.

 

Individuato il sito (l’anticima del Mucrone) si procedette alla costruzione della croce, che fu forgiata durante l’inverno nell’officina del fabbro Borrione.

 

Per rendere più agevole il trasporto, il manufatto metallico fu suddiviso in pezzi da 50kg destinati ad essere poi assemblati in loco: «Due pezzi pesavano però 80 kg – scrisse anni dopo "il Biellese" – e per il trasporto si trovarono un giovane e una giovane di 18 anni entrambi, che se li caricarono sulla groppa ed a piedi nudi per meglio fare presa nel terreno in 5 ore salirono da Sordevolo alla cima del Mucrone».

 

Durante l’estate del 1898 operai appartenenti ad imprese di Sordevolo e Bagneri completarono i lavori di muratura e l’assemblaggio della croce; il costo totale dell’opera fu di 669 Lire, ripartite tra le parrocchie che formavano il Vicariato di Sordevolo (la cifra raggiunta sommando le quote versate fu di 671 Lire, due in più del necessario).

 

All’inizio di settembre "il Biellese" annunciò che la cerimonia di inaugurazione si sarebbe svolta il 14 del mese, giorno della festa dell’Esaltazione di Santa Croce, seguendo questo programma: intorno alle ore 8 benedizione della croce da parte di don Pietro Borrione, vicario di Occhieppo Superiore; celebrazione della Messa e distribuzione della S.S. Comunione; Messa cantata dal canonico Eliseo Maja, rettore del Santuario di Oropa; discorso di don Antonio Simonetti, professore di filosofia presso il Seminario di Biella; benedizione del S.S. Sacramento e recita del Te Deum; Messa di chiusura.

 

La mattina di mercoledì 14 settembre sulla cima del Mucrone si riunì una folla di circa 2500 persone, molte delle quali salite da Oropa e da Sordevolo già durante la notte «munite di lanterne […] per non perdere nulla della festa»; oltre alle autorità cittadine e religiose dei comuni coinvolti nell’iniziativa era presente anche il sindaco di Biella Corradino Sella, giunto sul luogo in compagnia di alcuni amici.

 

La cerimonia si svolse secondo il programma prestabilito: don Borrione benedì la croce e celebrò la messa coadiuvato dal sindaco di Occhieppo Superiore Pietro Vigna e dall’industriale cav. Giacomo Negri, mentre il prof. don Antonio Simonetti pronunciò un vibrante discorso che incontrò l’approvazione dei presenti.

 

L’unica nota negativa fu rappresentata dal progressivo peggioramento delle condizioni meteorologiche, come riportato il giorno seguente dalla "Tribuna Biellese": «Fu peccato che la bella giornata, che sul mattino era bellissima, si guastò prima di mezzogiorno pel sopraggiungere della nebbia e non si potè godere della vista che, dal culmine del Mucrone, è veramente splendida».

 

La nebbia impedì anche che la croce fosse illuminata con fiaccole durante la notte come avrebbe voluto don Bracco, rimasto ostinatamente sulla vetta fino alle ore 22.

 

Sul numero del 21 settembre "il Biellese" celebrò l’avvenimento, non senza una punta polemica contro coloro che erano attestati su posizioni fortemente anticlericali, e cioè liberali e socialisti, a testimonianza del clima di tensione e di scontro esistente in quegli anni nel Biellese: «Or che il più è fatto, e fatto bene; ora che la Croce sta sul Mucrone, ed è là posta a proteggere noi viatori e ad avvertire tanti sportisti che sempre regna ed impera il Cristo, noi preghiamo i biellesi a scoprirsi il capo e a salutare la Croce quando vien loro fatta vedere la vetta del celebrato Monte […] Le madri lo dicano ai loro fanciulli di buon’ora, i maestri cattolici ai loro scolari, e il saluto alla Croce del Mucrone sia arra del trionfo del cristianesimo sulla massoneria, della fede sulla sfacciata incredulità, della pietà cristiana, di cui diedero prova splendida le 2500 persone accorse alla singolare funzione, sulla detestabile opera di coloro che vorrebbero distogliere dalla nostra popolazione ciò che forma il loro più bel vanto».  

 

La croce riuscì ad opporsi ai venti e alle tempeste di neve che durante l’inverno sferzavano la cresta del Mucrone fino al gennaio del 1920, quando fu colpita da un fulmine che spezzò i cavi di ancoraggio e la piegò fino al suolo.

 

Originariamente era stata prevista la costruzione di una piccola cappella attorno al basamento per aumentarne la resistenza: del progetto si era fatto carico sempre il geom. Sereno, mentre l’industriale Buscaglione, originario di Sordevolo e proprietario di una fabbrica di terrecotte a Castellamonte, aveva garantito la fornitura gratuita degli ornati in cotto per le finestre e per gli interni.

 

Le difficoltà nel reperire i fondi necessari a finanziare l’opera (il costo era stimato intorno alle 3000 Lire) avevano però portato all’abbandono del progetto.

 

Modificata nella struttura, la croce fu comunque ripristinata su un punto più alto della cima e resistette per altri quindici anni; nulla potè però di fronte al violentissimo vento scatenatosi nella notte fra il 2 e il 3 febbraio 1935, che provocò un nuovo abbattimento.

 

Si dovette attendere fino al settembre del 1936 prima che la società sportiva "Pietro Micca" si assumesse l’onere di costruire una nuova croce sull’anticima del Mucrone, dove tuttora si trova.

 

(Leggi anche La croce sul Mucrone ricostruita dalla "Pietro Micca"

 

 

FONTI

 

  • Chiappo Luciano, La croce del Mucrone, in brich & bòcc, rivista del Club Alpino Italiano sezione di Biella, anno 35, n. 70, marzo 2011
  • il Biellese, bisettimanale cattolico
  • La Tribuna Biellese, organo del Partito liberale italiano