LA BANDA "VERDI"

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 28.01.2012)

 

Nel 2010 la Società Musicale Giuseppe Verdi ha festeggiato i cent’anni di attività.

 

 

Nata il 20 maggio 1910 e inizialmente chiamata "la piccola banda Verdi di Biella Piazzo” poiché la sede dell’associazione si trovava nella parte alta della città, eseguì il suo primo concerto pubblico mercoledì 12 luglio 1911 (l’esibizione era stata inizialmente fissata per domenica 9 luglio ma la contemporanea presenza al Teatro Sociale della Banda Musicale di Torino indusse gli organizzatori a posticipare).

 

L’esordio della Banda Verdi fu molto positivo, come attestano i commenti sui giornali locali: «La piccola Banda Verdi di Biella Piazzo – scrisse "il Biellese"tenne mercoledì sera il concerto promesso, affollando la piazza della Trinità e i portici municipali e la via attigua. Meravigliosa Banda, sorta da sé ed elevatasi in fiore rapidamente quasi senz’opera di maestro. Il programma, popolare e rumoroso, fu ben eseguito e raccolse ad ogni pezzo i più calorosi applausi. Bene. Avanti!».

 

«La nuova Banda Musicale "Verdi" ha debuttato […] con pieno successo – commentò invece la "Tribuna Biellese"e il suo concerto fu un vero regalo pel pubblico. È composta di giovani operai i quali, colla buona volontà e coll’amore dell’arte, senza sussidii, hanno dimostrato quali successi si possono ottenere […] Un bravo sincero all’ottima banda».

 

Questo il programma eseguito sotto la direzione del maestro Ignazio Pagella, destinato a guidare la banda fino al 1951: Marcia – Ricordo di Locarno; Cavatina per Cornetta di Donizetti; Polka – Vanda di Bertocchi; Sinfonia – Garibaldi a Caprera di Carridori; Valzer – Gelsomino di Ducci; Marcia – Ricreatorio popolare di Barci.

 

 

Il positivo ingresso sulla scena bandistica cittadina permise alla "Giuseppe Verdi" di ottenere nel marzo del 1912 dal Consiglio Comunale una sala prove nei locali dell’ex macello di via Belletti Bona (dove oggi si trova l’asilo Serralunga) e di inaugurare nel maggio dell’anno successivo le nuove uniformi, acquistate con i fondi di una sottoscrizione popolare.

 

 

Gli anni che precedettero la Prima Guerra mondiale videro un’intensa attività della Banda Verdi: ai concerti in città e nei paesi del circondario si aggiunsero le partecipazioni al concorso bandistico di Santhià (2° premio) e a quello di Saronno (5° posto).

 

Al termine del conflitto (tutti i componenti della banda furono richiamati sotto le armi, quattro morirono al fronte) la società presieduta da Edoardo Monti fu riorganizzata, con l’ingresso di nuovi soci e grazie all’intensa opera svolta dal professor Marcello Oppezzo divenuto in seguito presidente onorario della "Verdi"; il problema più pressante era quello legato al reperimento di fondi.

 

 

Sul versante artistico, nel biennio 1922-23 la Banda Verdi partecipò al concorso bandistico della fiera di Biella (2° posto) e al concorso musicale di Borgomanero (3° posto); nel maggio del 1923 la società si trasferì nella nuova sede di via Orfanotrofio.

 

 

La definitiva affermazione si ebbe con la partecipazione ai festeggiamenti per il Carnevale del 1926 (13–16 febbraio): «Toccò infatti ad essa – racconta Flavio Chiastellaro nel suo "Cent’anni di Banda Verdi" – l’incarico di accogliere con marce briose la famigliola di Gipin, Catlina e Gipinot, accompagnati da capra, gallo e dall’immancabile asinello, alla trattoria San Giuseppe di Riva, attesa da una folla enorme […] Per l’occasione venne composta la Cansôn del Carvé, eseguita dalla “Verdi” con un coro di 300 voci bianche, motivo ricorrente per tutto il periodo».

 

 

Negli anni successivi la Banda Verdi, oltre ad offrire al pubblico piacevoli e ben eseguiti concerti, presenziò agli avvenimenti cittadini di maggior richiamo: citiamo ad esempio la visita ufficiale del principe Umberto di Savoia (1926), la festa organizzata dalla società sportiva "Pietro Micca" per essere arrivata a contare 4000 soci (1928), le celebrazioni del 4 novembre.

 

 

Medesima attività caratterizzò gli anni Trenta: la "Verdi" suonò in occasione dell’arrivo a Biella del ministro dell’Educazione Nazionale Francesco Ercole e della visita del segretario del PNF Achille Starace (1933), del passaggio nella città laniera del Maresciallo dell’Aria Italo Balbo (1934), dell’ingresso del nuovo vescovo mons. Carlo Rossi (1937).

 

Nella seconda metà del 1935 ci fu peraltro da registrare un’interruzione, durata circa sei mesi, dell’attività di tutte le bande musicali presenti sul territorio biellese.

 

 

L’11 luglio 1937 si svolsero i festeggiamenti per il cinquantenario di fondazione della Banda "Cittadina" di Biella.

 

Per l’occasione si riunirono a Biella undici bande musicali provenienti da tutta la provincia di Vercelli e alla "Verdi" fu affidato l’incarico di prestare il servizio d’onore.

 

 

Con l’approssimarsi della guerra l’attività della Banda Verdi subì un inesorabile declino, dovuto non solo al progressivo azzeramento dell’attività musicale a causa delle vicende belliche ma anche per la scarsa competenza dei nuovi dirigenti (al professor Oppezzo era succeduto verso la fine del 1933 l’industriale Pietro Aimone) e per l’incapacità del maestro Pagella di rinnovare il repertorio.

 

 

Le difficoltà legate alla gestione della società musicale proseguirono anche dopo la fine del secondo conflitto mondiale e la situazione non migliorò nemmeno con l’arrivo nel febbraio del 1951 di un nuovo maestro, Vincenzo De Rosa, sostituito cinque anni dopo da Vittorio Perissini: fu necessario attendere la nomina a maestro del ventottenne Emilio Straudi, avvenuta nel marzo del 1958, perché la Banda Verdi tornasse ad occupare un ruolo di primo piano sulla scena musicale biellese.

 

Il giovane direttore, che oltre ad aver fondato l’Orchestra d’Archi Biellese aveva già guidato le bande musicali di Mottalciata, Pollone, Pralungo, Valle San Nicolao e Ponderano, «seppe trasmettere agli sfiduciati musicisti [una ventata di entusiasmo che] in breve conquistò anche quegli scettici che avrebbero preferito invece un direttore più esperto» (Chiastellaro).

 

 

La "Verdi" si preparò quindi a celebrare nel migliore dei modi il cinquantenario di fondazione. La cerimonia, fissata per domenica 18 settembre 1960, vide la partecipazione di undici complessi biellesi e l’esibizione della banda di Busto Arsizio: alla Banda "Cittadina" spettò il servizio d’onore.

 

 

L’attività della Banda Verdi proseguì con luci e ombre negli anni successivi.

 

Dopo la positiva gestione di Emilio Straudi, protrattasi fino al 1967, la guida fu assunta dal maestro Romeo Gremmo che la mantenne fino al 1976: in questo periodo non mancarono alcune divergenze tra il maestro e il presidente Antonio Canova, dovute ad una sorta di rilassamento che aveva portato alla diminuzione dei concerti eseguiti nel corso di ogni singolo anno.

 

 

Alla fine degli anni Settanta le redini della "Verdi" tornarono nelle mani del maestro Straudi (che nel frattempo si era diplomato al Conservatorio): a lui toccò il compito di far «rifiorire l’interesse attorno alla banda, andato alquanto deteriorandosi nella gestione del maestro Romeo Gremmo» (Chiastellaro).

 

 

Rimasta agli inizi degli anni Ottanta l’unico vessillo bandistico di Biella dopo la scomparsa della Banda "Cittadina", la "Verdi" dovette assumersi l’onore e l’onere di presenziare a tutte le manifestazioni cittadine.

 

 

Nel 1997 il Comune di Biella ha concesso alla Banda Verdi, dopo quasi vent’anni di onorato servizio di rappresentanza, di aggiungere alla sua denominazione sociale «le parole «Città di Biella» quale titolo di riconoscimento e merito per la promozione sociale e culturale delle attività bandistico – popolari, con facoltà di manifestarlo attraverso i propri documenti ufficiali».

 

 

Dal 1999 la Banda Verdi è diretta dal maestro Massimo Folli.

 

La sede della società si trova oggi a Palazzo Ferrero, al Piazzo: un ritorno alle origini dopo la permanenza lunga più di ottant’anni in via Orfanotrofio.

 

 

FONTI

 

  • il Biellese, bisettimanale cattolico
  • La Tribuna Biellese, organo del partito liberale
  • Il Popolo Biellese, bisettimanale del Fascio di Biella
  • Flavio Chiastellaro, Cent’anni di Banda "Verdi", Joker, Novi Ligure 2010