LA FESTA IN ONORE DEL VICARIO GENERALE MONS. BOTTA

 

Il 1959 coincise non solo con il decennale della Peregrinatio Mariae, ma anche con il cinquantesimo anniversario della nomina di mons. Giuseppe Stefano Botta (1874 – 1970) ad arciprete del Duomo di Biella.

 

Il raggiungimento dell’invidiabile traguardo fu celebrato con una solenne manifestazione (espressione, secondo "il Biellese", dei «sentimenti di venerazione e di affetto da parte delle autorità e della popolazione») che ebbe luogo domenica 31 maggio e che offrì anche l’occasione per rinverdire i fasti dell’imponente pellegrinaggio mariano di dieci anni prima.

 

 

In una cattedrale cittadina stracolma mons. Botta, con indosso «i paramenti liturgici proprii della sua dignità di Protonotario apostolico “ad instar"», celebrò la messa sotto gli occhi benevoli del vescovo Carlo Rossi, il quale ebbe poi modo di esprimere pubblicamente la sua riconoscenza e ammirazione verso l’anziano Vicario Generale, definito «una lucerna, accesa ad illuminare costantemente la sua famiglia parrocchiale, sacerdote dalla sconfinata bontà e dall’instancabile zelo, dalla sapiente e convincente predicazione, dalla carità inesauribile».

 

Sui primi banchi sedevano, come di consueto, i rappresentanti delle istituzioni: il sindaco Blotto Baldo, il presidente del tribunale Cignetti, il procuratore della Repubblica Calvelli, i dirigenti di Polizia e Carabinieri, e i maggiori esponenti del mondo politico ed economico biellese.

 

Erano presenti anche il Cavaliere del Lavoro Ettore Fila e la signora Clelia Gualino, moglie dell’industriale Guido Alberto Rivetti, in qualità di padrino e madrina dell’Associazione Giovanile di Santo Stefano.

 

Ospite d’onore al ricevimento organizzato nella casa parrocchiale fu il ministro per gli Affari Esteri Giuseppe Pella, che si intrattenne con il vescovo e con mons. Botta porgendo ad entrambi i propri omaggi.

 

 

L’apice delle celebrazioni fu raggiunto in serata con la processione lungo le vie cittadine (alla quale prese parte anche Oscar Luigi Scalfaro, all’epoca sottosegretario agli Interni): «[…] sotto una volta stellata, le vie della città brillavano di luci. I frontisti delle strade in cui sarebbe passata la processione "aux flambeux" hanno gareggiato in emulazione per far onore al passaggio della statua della Madonna d’Oropa […] Piazza Duomo era una immensa cattedrale quando la sacra statua è apparsa al cospetto della moltitudine che innalzava, giubilante, le fiaccole accese. La processione era aperta da un drappello di vigili urbani […] seguito dalla croce, quella stessa che percorse nel mai dimenticato 1949 ogni contrada del Biellese mariano» ("il Biellese", 02.06.1959).

 

Mons. Rossi si rivolse quindi alla folla che riempiva la piazza esprimendo soddisfazione e compiacimento per la convinta dimostrazione di fede data ancora una volta dai biellesi; ci fu tempo, prima dell’invocazione conclusiva alla Vergine Bruna, per un breve discorso dell’on. Scalfaro incentrato sui temi della moralità fra le famiglie e negli ambienti di lavoro e della pace della Patria.

 

 

«Alle 23,30 – commentò solennemente "il Biellese" – tornava il silenzio nella grande piazza. I biellesi, a distanza di dieci anni, avevano rinnovato la loro consacrazione a Maria, Regina della Pace e del Monte d’Oropa, in una seconda trionfale "Peregrinatio"».

 

(Leggi anche La diocesi di Biella consacrata alla Madonna di Oropa 1959)