I primi ritrovamenti di materiale protostorico sul colle della Burcina risalgono alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, e precisamente al 1959: in quell’anno, durante i lavori di scavo per realizzare un piccolo parcheggio sulla cima della collina, venne alla luce una struttura in pietra che fece ipotizzare la presenza di un castelliere gallico risalente al periodo compreso tra la fine del V e l’inizio del IV secolo a. C.; ulteriori scoperte di reperti archeologici si ebbero nel biennio 1967 – 1969.
Alcuni esemplari ceramici permettono di datare agli inizi dell’età del Bronzo (2200 – 900 a.C.) i primi insediamenti sul colle della Burcina e denotano influenze elvetiche transalpine nel Biellese.
Durante la media età del Bronzo (1700 – 1350 a. C.) la crescente importanza assunta dai villaggi lacustri di Viverone, caratterizzati da una notevole produzione metallurgica, provocò una temporanea fase di abbandono dei villaggi sulla Burcina, la quale però nella successiva età del Bronzo recente (1350 – 1200 a.C.) divenne il centro più rappresentativo del territorio, come testimoniano gli esemplari ceramici (frammenti di biconici a superficie nera lucida, tazze carenate, olle decorate a polpastrello) riconducibili alla cultura di Canegrate.
Si ipotizza la presenza di un villaggio disposto su terrazzamenti naturali e artificiali per tutto il periodo compreso tra la fine dell’età del Bronzo (XII –X sec. a.C) e la prima età del Ferro (IX – V sec. a.C.); la ceramica rinvenuta è riconducibile alla cultura protoceltica piemontese – lombarda di Golasecca.
La costruzione in pietra emersa nel 1959 (di cui è tuttora visibile una parte, il cosiddetto "silos") a lungo ritenuta una struttura abitativa, è stata in seguito identificata come un nucleo sepolcrale ad inumazione databile intorno al 450 a. C.; al suo interno sono stati rinvenuti elementi di un corredo funerario.
«Questa eccezionale struttura funeraria – ha scritto Filippo Maria Gambari, della Soprintendenza Beni Archeologici del Piemonte – [… rappresenta] un eccezionale ed emblematico punto fermo nella storia di Biella: poco prima del 450 a.C. le nuove élite dominanti, originarie d’Oltralpe o fortemente influenzate culturalmente dal mondo celtico transalpino […] promuovono lo spostamento dell’abitato, al posto del quale viene collocata una necropoli signorile di alcuni tumuli (non più di 5 o 6), con un evidente richiamo dinastico ad antenati eroizzati».
Lo spostamento degli insediamenti verso il basso creò i presupposti «per il successivo sviluppo di un piccolo nucleo che, senza mai arrivare a dimensioni urbane, evolverà nell’importante centro vicano di Bugella in età romana».
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