IL COMUNISTA DI OCCHIEPPO

 

Ad accompagnare Togliatti nella sua breve visita a Biella fu Pietro Secchia, commissario generale delle Brigate Garibaldi e membro del Comitato centrale del P.C.I.

 

Presentiamo di seguito una sintetica biografia di questo tenace e combattivo biellese, che senza dubbio ha lasciato una traccia indelebile nella storia del Partito comunista italiano.

 

 

Nato a Occhieppo Superiore nel 1903 da una famiglia di operai, Secchia si iscrisse giovanissimo alla Federazione giovanile del Partito socialista e negli anni immediatamente successivi alla fine della Prima Guerra Mondiale fu un instancabile organizzatore di scioperi in tutto il Biellese.

 

 

Nel 1922 aderì al Partito comunista.

 

Arrestato per attività antifascista nel 1925, fu in seguito condannato alla pena del confino, a cui riuscì a sottrarsi dandosi alla latitanza.

 

Divenuto il principale organizzatore della resistenza al fascismo in tutta Italia, fu nuovamente arrestato nel 1931 a Torino e condannato a 17 anni e 9 mesi di reclusione, da scontarsi nel carcere di Civitavecchia.

 

Ritornato in libertà alla caduta di Mussolini (25 luglio 1943), dopo la sfortunata esperienza della resistenza armata di Roma contro i tedeschi Secchia s’impegnò nell’organizzazione delle formazioni partigiane garibaldine (legate cioè al Partito comunista) nel Nord Italia, delle quali divenne commissario generale.

 

 

Nominato responsabile nazionale dell’organizzazione comunista (gennaio 1945), fu poi eletto deputato all’Assemblea costituente e fino alla metà degli anni Cinquanta rimase uno dei dirigenti più influenti del partito; i contrasti con Togliatti, di cui non condivideva totalmente la linea politica, portarono nel 1954 alla sua estromissione dalla segreteria politica.

 

Riabilitato in parte dal successore di Togliatti (morto nel 1964), Luigi Longo, che gli affidò diverse missioni di partito all’estero, Secchia proseguì in veste di senatore la sua attività politica fino alla morte, avvenuta a Roma il 7 luglio 1973.