CARLO FELICE TROSSI, "CESELLATORE DI CURVE"

 

Il biellese Carlo Felice Trossi, conte di Pian Villar, fu sicuramente un attore di primo piano sulla scena motoristica, italiana e internazionale, degli anni Trenta.

 

Nato nel 1908, Carlo Felice Trossi rimase orfano in giovane età del padre, scomparso a 36 anni in un incidente stradale.

 

Affascinato dai motori fin da ragazzo, esordì nel mondo delle competizioni automobilistiche nel 1931 partecipando alla Mille Miglia organizzata dall’Auto Club di Brescia, in coppia con l’amico e rivale Antonio Brivio, marchese Sforza; l’anno seguente arrivò la vittoria nella Biella – Oropa proprio davanti a Brivio, vincitore dell’edizione del 1931.

 

Il pilota biellese entrò quindi a far parte della Scuderia Ferrari, disputando quattro Gran Premi nel 1933.

 

La stagione successiva iniziò male, con tre ritiri causati da guasti tecnici (Gran Premi di Monaco, Bordino e Tripoli); arrivò poi la vittoria nel Gran Premio di Montreux disputato il 3 giugno 1934, bissata il 15 luglio con il primo posto nel GP di Vichy (Trossi aveva anche conquistato la terza piazza al GP di Francia del 1 luglio).

 

Dopo un quarto e terzo posto rispettivamente alla Coppa Ciano e al GP di Nizza, Carlo Felice Trossi trionfò davanti al suo pubblico il 2 settembre 1934 al I Circuito Automobilistico di Biella, precedendo di un soffio un asso del volante come Achille Varzi (Brivio arrivò quarto).

 

Il 1935 si rivelò un anno avaro di successi per il pilota biellese, addirittura costretto a ritirarsi per un malore durante il II Circuito Automobilistico di Biella; l’anno dopo però Trossi si laureò campione italiano.

 

Appassionato di volo, oltreché di motori, l’intraprendente conte biellese partecipò a due edizioni del "Raduno Sahariano", gara di regolarità aerea a tappe organizzata in Libia dal Maresciallo dell’Aria Italo Balbo, e si fece promotore della costruzione di un campo di volo nel Biellese.

 

La sua carriera proseguì fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale, durante il quale fu pilota di aerosiluranti.

 

Nel 1947 tornò alle corse vincendo a Milano il Gran Premio d’Italia; l’anno seguente trionfò a Berna, sul circuito di Bremgarten, ma la vittoria fu oscurata dalla morte di Achille Varzi, avvenuta durante le prove.

 

Uomo dai molteplici interessi, trovò anche il tempo di interessarsi di costruzioni navali: nel suo cantiere di Chiavari vide infatti la luce il motoscafo da diporto e da pesca a due motori posteriori "Parigina IV", che riscosse un buon successo alla Fiera di Milano.

 

L’ultima gara disputata da Carlo Felice Trossi fu quella del novembre 1948 sul circuito del Valentino a Torino (ritiro per guasto meccanico).

Ammalato di cancro, si spense il 9 maggio 1949 a soli 41 anni.

 

Ha scritto di lui Gian Franco Tarabbo: «Aveva avuto una vita breve ma intensa; aveva vissuto la sua avventura con una presenza interiore che lo aveva tenuto sempre un poco distaccato da quel mondo che lo festeggiava con tanto ardore […] fu l’estremo campione di una dinastia di spiriti inquieti e curiosi […] era considerato un grande gentiluomo, un guidatore perfetto, un "cesellatore di curve"».

 

 

FONTI

 

  • Tarabbo Gian Franco,Carlo Felice Trossi, in Illustri e sconosciuti delle vie del vecchio Piemonte, Stamperia artistica nazionale, Torino 1985