La prima Società filodrammatica di Strona fu fondata nel 1874 per iniziativa delle personalità più rappresentative del paese, tra cui il sindaco Carlo Garlanda: «[…] però da tempi remoti – ricordò il nipote Guido Garlanda su "Eco di Biella" (04.02.1963) – nel nostro paese si facevano rappresentazioni teatrali, forse occasionalmente, per iniziativa di elementi inclini al teatro e non vincolati a compagnie e società».
I soci riuscirono a raccogliere una piccola somma che destinarono alla costruzione del primo teatro all’aperto, sulla proprietà Cimma Totto: un rudimentale palco recintato da uno steccato di legno, con rustiche panche per il pubblico fissate al suolo; gli attori si esibivano principalmente in drammi sacri.
Alla prima società ne succedette poi una seconda, formata da elementi giovani e dinamici, tra cui Giuseppe Cimma "il Mattia", sulla cui proprietà fu allestito un nuovo teatro «più spazioso, meglio attrezzato e, per quanto all’aperto esso pure, meglio difeso dalle intemperie, e con platea e galleria già un poco degne d’una tale denominazione» (Guido Garlanda); alle rappresentazioni sacre si affiancarono drammi di carattere popolare.
Esauritasi anche quell’esperienza, nacque una nuova Società (o Compagnia) che si impegnò nella costruzione di un teatro coperto (almeno per quanto riguardava palcoscenico e quinte; platea e galleria rimanevano ancora all’aperto) sulla proprietà di Giuseppe Ozino: «[…] banditi quasi completamente i drammi sacri, introdusse drammi di grande e spettacolare effetto: popolari, storici in costume, coreografici ed emozionanti».
Fu poi la volta della Società Giovani Dilettanti Filodrammatici di Strona, presieduta da Virgilio Tallia, nella quale, giovanissima, mosse i primi passi di attrice Letizia Cesa; al momento di sciogliersi la Società lasciò un fondo di Lire 500 che fu impiegato per acquistare il terreno su cui nei primi anni Dieci del Novecento fu costruito il Teatro Sociale, completamente in muratura.
Dopo il periodo della Compagnia Burlovich, nacque agli inizi del Novecento la quinta Società, di cui fu eminente rappresentante Ermete Ozino.
Allo scoppio del Primo conflitto mondiale la filodrammatica si sciolse, per risorgere nel dopoguerra ad opera di vecchi e nuovi sodali, tra i quali lo stesso Guido Garlanda che ne assunse la direzione: «Lauti incassi, larga beneficenza a favore delle bisognose Istituzioni locali […] caratterizzarono l’attività nostra».
Emigrato in Sud America, Garlanda fu sostituito alla guida della Compagnia da Pinot Tallia; rallentata dall’ingerenza del fascismo, l’attività dei filodrammatici stronesi fu rivitalizzata dall’arrivo di elementi giovani come Mario Pierozzi, Pierino Morichini e altri, con i quali la (settima) Società «toccò il vertice delle nostre fortune filodrammatiche, del nostro teatro».
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