L'OTTIMA QUALITA' DELL'ARGILLA DI VALSERA

 

A Valsera (frazione di Ternengo) si trovano le cave da cui in passato si ricavava l’argilla per la realizzazione delle "bielline", le stoviglie di Ronco che «hanno rappresentato e divulgato per secoli alcuni dei caratteri distintivi della terra biellese» (Luigi Spina).


Uno dei tratti caratteristici delle "bielline" di Ronco era proprio la qualità dell’argilla, «che le rendeva resistenti al fuoco e “non comunicava alle vivande alcun cattivo odore”».



La tecnica di estrazione consisteva, dopo aver individuato il filone, nello scavare nel terreno trincee e buche collegate da cunicoli profondi tra gli otto e i dieci metri; quindi, con l’ausilio di una piccola zappa, si deponeva l’argilla in una cesta di rami di salice che veniva poi portata in superficie tramite un verricello azionato a mano; i mezzi più comuni per trasportare il carico ai laboratori artigianali erano la gerla (della quale si facevano carico per lo più le donne) o il tumbarèl, un carretto ribaltabile di legno.

 


Lasciamo ora la parola a Domenico Vallino, che nel 1898 descriveva così il fiorente artigianato che prosperava in quest’angolo di Biellese: «Il nome suona bene. Chi non vive la vita casalinga nel basso Piemonte potrebbe esser tratto in inganno dalla denominazione così graziosa. Da Vercelli a Genova e persino verso la Lombardia, si vendono con tal nome ["bielline"] le stoviglie d’uso comune, stoviglie di terra rossa, di forma costante da tempo antico e poco elegante, mal verniciate… e d’un prezzo fenomenalmente basso. […] Ronco, centro di quest’industria, consta di un centinaio di case disposte in lunga fila a mezza costa sulla falda a mezzogiorno del Bricco di Zumaglia […]. Quivi ogni tre case volte a sud si incontra una fabbrica o un deposito di stoviglie, che, nei giorni di sole, occupano balconi, cortili, si accatastano lungo le pareti e sotto la gronda, riparate da tettucci, capannoni, assiti o anche solo dalla balconata in legno. […] Nel contiguo comune di Ternengo oltre alle stoviglie fabbricansi più specialmente tavole di terra per l’ammattonato e presso qualche forno cuocionsi anche ambrogette (lastroni per forno); una sola fornace produce mattoni refrattari di buona resistenza la fuoco per caldaie a vapore e fonderie. Quella dello Stovigliaio conta fra le piccole industrie biellesi, alle quali tengono dietro le industrie minime».

FONTI


  • Spina L., Le stoviglie di Ronco Biellese. Memoria e presente di un antico artigianato, in Sergio Arditi, Gabriella Pantò, I centri produttori di ceramica in Piemonte, secoli 17°-19°, All’insegna del giglio, Firenze 2002.
  • Vallino D., Le Bielline, in Il Biellese: pagine raccolte e pubblicate dalla sezione di Biella del Club Alpino Italiano in occasione del 30° congresso nazionale in Biella, Tip. Turati, Milano 1898