IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA EINAUDI IN VISITA UFFICIALE A BIELLA (28/09/1952)

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 03.11.2012)

 

Domenica 28 settembre 1952 il presidente della Repubblica Luigi Einaudi giunse a Vercelli.

 

Si trattenne nel capoluogo per tutta la mattinata, presenziando alla posa della prima pietra del nuovo Ospedale Maggiore e recandosi poi in visita alla Mostra d’arte allestita presso la Pinacoteca Borgogna e al Museo Leone; nel tardo pomeriggio, dopo una sosta in Prefettura per consumare il pasto e riposare, il presidente e la moglie Ida ripartirono in direzione di Biella.  

 

 

Il transito del corteo (tredici automobili più il camioncino con i bagagli) lungo la provinciale Vercelli – Biella fu accompagnato dall’entusiasmo popolare.

 

Nell’attraversare i centri abitati l’auto presidenziale, una Fiat 2800 decappottabile su cui avevano preso posto, oltre a Einaudi, il Segretario Generale Ferdinando Carbone, il biellese Giuseppe Pella, ministro del Bilancio e del Tesoro nel VII governo De Gasperi, e il generale Mario Marazzani, consigliere militare, fu spesso costretta a fermarsi per ricevere l’omaggio delle autorità cittadine e dei numerosi spettatori presenti: «Formigliana aveva […] eretto archi di trionfo dai quali pendevano mazzetti di riso e scritte di benvenuto; Massazza, Benna, Candelo avevano schierato lungo la strada le bande musicali [...] la popolazione chiacchereccia e festante […] urlava il saluto al Presidente ad ogni comparire di automobile dalle svolte […] Einaudi con in mano il cappello salutava commosso e la gente applaudiva […]» ("Eco di Biella", 29.09.1952).

 

 

L’incarico di vigilare su quel tratto di strada era stato affidato alla Compagnia Carabinieri di Biella e a tre pattuglie della Polizia Stradale; le due motociclette della Stradale che precedevano di 200mt il corteo presidenziale avevano il compito di far deviare (o nel caso ciò fosse impossibile, di far sostare a lato strada) gli autoveicoli che procedevano in senso opposto.

 

Il Questore di Vercelli aveva sottolineato anche come i militari dell’Arma in servizio lungo la strada provinciale dovessero essere «pronti a defilarsi tempestivamente all’apparire delle macchine [del corteo] in modo da rendere inosservata la loro presenza».

 

 

Intorno alle ore 18 la lunga teoria di vetture raggiunse finalmente Biella, addobbata con bandiere e pennoni tricolori e invasa dalla folla «che si assiepava alla Rotonda, che faceva foltissima ala in via Torino, che riempiva la Piazza Vittorio Veneto, che rendeva quasi difficile la marcia delle macchine attraverso Via Italia, e Via Duomo» ("il Biellese", 30.09.1952).

 

 

La prima tappa fu Palazzo Oropa, di fronte al quale erano schierati il picchetto d’onore, la bandiera e la fanfara del 4° Reggimento Alpini (90 uomini).

 

 

L’arrivo di Einaudi fu salutato da tre squilli di attenti e dalle note dell’inno nazionale; poi toccò al sindaco Bruno Blotto Baldo fare gli onori di casa.

 

Il primo cittadino di Biella, minuziosamente istruito sul protocollo, si pose alla sinistra del presidente e lo accompagnò alla Sala Consiliare; passò quindi a presentare i membri della giunta, del consiglio comunale e le varie autorità presenti alla cerimonia (tra cui anche il vescovo mons. Carlo Rossi); infine lesse un breve discorso di ringraziamento.

 

 

Con la consegna al presidente, a nome della cittadinanza, di due volumi dell’«Acta Reginae Montis Oropae» e del libro «Lorenzo Delleani e la sua arte», edito dalla Casa Tallone, e con la presentazione da parte dell’assessore Filippo Poma delle opere pubbliche in corso di realizzazione, si concluse il ricevimento in Municipio.

 

 

Da lì la delegazione, accompagnata dal sindaco (che prese posto sulla vettura presidenziale) si recò a fare visita alla Mostra Nazionale delle Truppe Alpine, dove il ministro Pella pronunciò l’orazione ufficiale.

 

 

La tappa successiva fu la Chiesa di San Sebastiano. Einaudi e la moglie Ida, in compagnia del vescovo Rossi e di Padre Guido, Superiore dell’Ordine francescano, entrarono nella Basilica, nella quale li attendeva, con il cappello piumato in testa, il presidente della sezione biellese dei Bersaglieri cav. Attilio Vescovi; la coppia presidenziale sostò di fronte all’altare maggiore e si recò poi nella cripta per rendere omaggio alla tomba di Alessandro La Marmora, fondatore del corpo dei Bersaglieri.

 

 

L’orologio segnava ormai le venti ma la giornata biellese del presidente Einaudi non era ancora conclusa: mancava infatti l’inaugurazione del nuovo Museo civico.

 

La cerimonia si svolse alla presenza dei rappresentanti delle più importanti istituzioni e associazioni cittadine e vide anche la partecipazione del prof. Carducci, Sovrintendente alle Antichità e direttore del Museo Archeologico di Torino, della prof.ssa Noemi Gabrielli, Sovrintendente alle Gallerie, del prof. Scamuzzi, direttore del Museo Egizio del capoluogo piemontese, e del Sovrintendente ai restauri prof. Onorato Verdoia.

 

Dopo aver provveduto al taglio del nastro tricolore posto all’ingresso del Museo, il presidente della Repubblica si soffermò nella Pinacoteca per ascoltare il discorso dell’assessore alle Belle Arti Beppe Mongilardi; poi, accompagnato dal direttore Pietro Torrione (che colse l’occasione per donargli una copia del suo libro «Storia della Basilica di San Sebastiano»), visitò con curiosità e attenzione le cinque sale (d’arte antica, egizia, romana, di San Pietro, d’arte moderna): «Alto è stato il compiacimento del Capo dello Stato per i criteri veramente moderni con i quali si è concepita la realizzazione del Museo che […] costituisce nel suo piccolo un vero e proprio gioiello del genere» ("Eco di Biella", 29.09.1952).          

 

 

Terminata la visita al Museo, Einaudi e il suo seguito presero la via di Oropa: era infatti previsto che il presidente trascorresse la notte ospite del Santuario.

 

La cena a cui parteciparono il ministro Pella, il sindaco Blotto Baldo, il prefetto De Bernart, il sindaco di Vercelli Pretti e il presidente della provincia Aimone (tutti, tranne Pella, accompagnati dalle proprie consorti) si svolse nel Museo della Basilica e fu curata dall’Albergo Croce Bianca.

 

 

Al presidente Einaudi e alla moglie Ida era stato riservato l’appartamento reale, composto di due stanze, bagno, salone e saletta; dal promemoria inviato dalla Prefettura di Vercelli al rettore di Oropa apprendiamo le disposizioni che erano state impartite per renderlo adeguato alle esigenze della coppia: «Nella stanza da letto Presidenziale dovranno essere collocati due tavolini da notte con servizio d’acqua ed un campanello a mano ciascuno. Completare l’illuminazione con un abat-jour. Le predelle per accedere al letto dovranno essere un po’ più alte. Nell’armadio a muro, previa tappezzatura con carta da parati, dovrà essere collocato un portamantelli. Tappeti, scendiletto […] Sui tavoli del salottino e salotto vaso con fiori […] Appartamento riscaldato».

 

 

Il programma di lunedì 29 settembre fu molto serrato.

 

Alle 9 il presidente, accompagnato dal rettore di Oropa can. Boggio e dal Superiore dei Padri Redentoristi, visitò rapidamente la Basilica Antica; ridiscese quindi a Biella e si recò prima all’Istituto Tecnico Industriale "Q. Sella", dove ricevette il saluto e gli omaggi del vice preside prof. Algerino e del corpo docenti al completo, e poi al Convitto Biellese.

 

 

Terminati gli appuntamenti cittadini il corteo presidenziale si diresse verso Trivero per far visita alle Opere Zegna; durante il tragitto ci furono numerose soste fuori programma (a Vigliano, Valdengo, Cossato, Vallemosso e Mosso S. Maria) «volute dalle popolazioni dei paesi attraversati, accorse in massa, nonostante la giornata feriale, ai bordi della strada statale».

 

A mezzogiorno e un quarto l’arrivo al Centro Zegna di Trivero: ad attendere il presidente c’erano il conte Ermenegildo Zegna, il comm. Mario Zegna e il sindaco Sereno Lampo, i quali lo accompagnarono nella visita alle istituzioni benefiche realizzate nel Centro (il reparto maternità, l’asilo nido, la piscina, l’ospedale, la centrale termodinamica e la Cappella).

 

Infine la scalata alla Caulera, lungo la "via Zegna", fino alla galleria della Rocca dell’Argimonia; alle 14 la delegazione fece tappa presso la Casa Alpina, dove fu consumato il pranzo offerto dal conte Zegna.

 

 

La visita presidenziale era così giunta al termine, con un bilancio che "il Biellese" giudicò del tutto positivo: «Il Presidente della Repubblica [e] Donna Ida […] riporteranno del Biellese un ricordo che rimarrà fra i tanti come uno dei più graditi e ciò per la natura delle accoglienze, per il calore sincero e […] affettuoso della ospitalità, per la contentezza dell’onore ricevuto da una Persona che tutti, comunque la possano pensare in fatto di istituzioni, stimano ed amano».

 

(Leggi anche Alla Mostra delle Truppe Alpine

 

 

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