IN MOTOSCAFO SULLE PLACIDE ACQUE DI VIVERONE

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 16.05.2015)

 

Il lago di Viverone rappresenta senza dubbio la meta preferita per quei biellesi che vogliano godersi il tepore del primo sole primaverile, la leggera brezza che soffia sulle sue acque, la vivacità e la frenesia che animano, soprattutto nel periodo estivo, le sue rive.

 

La crescita turistica di Viverone è stata segnata da due momenti fondamentali: la realizzazione del nuovo Lido e la nascita dell’Associazione Motonautica, entrambe risalenti alla seconda metà degli anni Trenta del secolo scorso.

 

 

Nell’estate del 1936, illustrando all’uditorio biellese differenti opzioni di sviluppo economico del territorio, il segretario della Federazione vercellese del PNF Paolo Zerbino affermò: «Infine non va dimenticato un possibile cespite secondario che può derivare al montanaro, in forma diretta o indiretta, attraverso il turismo. Lungi da me l’idea di posare sul turismo delle speranze oltre il logico ed il pensabile. Vi saranno dei Comuni che per la loro felice ubicazione potranno anche contare su un apporto economico normale e continuato, ma per la grande massa di essi per ora tale cespite deve apparire di carattere straordinario. Nondimeno il turismo è suscettibile di intensificazione attraverso il miglioramento dell’ospitalità, sia alberghiera che privata. Questo miglioramento è necessario pure per ragioni di decoro, oltre che corrispondere a ciò che è ormai una ragione di utilità collettiva, la salute ed il benessere della stirpe» ("Illustrazione Biellese").

 

Viverone dimostrò di essere tra quei comuni che ben avevano compreso i vantaggi che la valorizzazione dell’offerta turistica poteva arrecare al paese.

 

La nuova strada di accesso al lago e i piazzali formanti il Lido, per la cui realizzazione il podestà Giovanni Croce aveva profuso tutte le sue energie, furono inaugurati infatti intorno alla metà di agosto del 1936 alla presenza di autorevoli rappresentanti delle istituzioni della provincia e del Canavese; si trattava, commentò "il Biellese" (14.08.1936), di «opere realizzate dal Regime per la valorizzazione turistica del nostro incantevole lago e per donare alla popolazione un luogo di divertimento ove trascorrere ore liete, per temprare nella serena tranquillità del lago il corpo e lo spirito».

 

Sul principio dell’autunno 1937, le placide acque del bacino lacustre viveronese furono teatro di un’interessante manifestazione sportiva promossa dalla Federazione dei Fasci di Vercelli e organizzata dall’Associazione Motonautica di Pavia: la disputa delle gare valevoli per l’assegnazione del titolo di campione d’Italia nelle categorie motoscafi turismo veloce e fuoribordo turismo; fuoribordo corsa, classe A, classe C e classe X; motoscafi da corsa.

 

Il successo dell’iniziativa (che ebbe luogo domenica 10 ottobre 1937) in termini sportivi e di partecipazione di pubblico fu tale da convincere il segretario provinciale Zerbino sull’opportunità di dare vita ad una locale Associazione Motonautica: «Noi siamo certi – confermò in tal senso il bisettimanale fascista "Il Popolo Biellese" (11.10.1937) – che le prossime edizioni di queste giornate motonautiche raccoglieranno sempre maggior favore, specie adesso che sta per nascere una Associazione Motonautica a Viverone, associazione cui il Federale nostro dott. Paolo Zerbino ha dato per primo la sua adesione».

 

 

La nascita dell’Associazione Motonautica di Viverone risale alla primavera del 1938: «Ieri il Federale ha posto la prima pietra della sede della Associazione motonautica "Viverone" che sorgerà sul lido del lago […], valorizzato dalle manifestazioni motonautiche nazionali dello scorso ottobre, e che sempre più lo sarà attraverso la nuova Associazione che, curando la motonautica e favorendo il canottaggio e il nuoto, farà di Viverone un importante centro di soggiorno e di sport» ("il Biellese", 22.03.1938).

 

Intorno alla metà di luglio la nuova sede, realizzata dall’impresa Tarabbo di Biella su progetto dell’ingegnere torinese Antonio Ferrero, era stata ormai ultimata: «Lo stabile – illustrò "Il Popolo Biellese" (18.07.1938) – […] è composto di due piani, a circa venti metri dal bordo del lago […]. Il piano terreno della elegante costruzione è composto di un grande salone di ritrovo con bar, con una grande vetrata sporgente a "bovindo". Pure al piano terra si trovano gli spogliatoi per signore e uomini le doccie [sic] ed i servizi. Uno scalone porta al primo piano dove vi è il grande salone da ballo, il ristoratore, la dispensa, la cucina, le camere per la direzione e gli uffici, le camere per il personale di servizio. Una grande terrazza a fianco del salone e la ampia terrazza sovrastante tutta la costruzione, questa con scala autonoma esterna, servono da tribune durante le gare, da belvedere e per i bagni di sole. Di fianco alla sede: una lunga fila di cabine».

 

 

La cerimonia ufficiale di inaugurazione fu fissata per domenica 31 luglio; per l’occasione, i dirigenti del nuovo sodalizio sportivo (in primis il presidente Fedele Negro), organizzarono una manifestazione «di primo ordine», valida per il campionato italiano, che attirò a Viverone gli assi della motonautica dell’epoca: «[…] Teo Rossi con l’Aradam e Cattaneo con l’Alagi. Hanno accettato l’invito di prendere parte a questa dimostrazione motonautica anche i coniugi Rutherford con i loro motoscafi 12 litri, di cui tanto si è parlato ultimamente in occasione delle gare internazionali di Venezia» ("Il Popolo Biellese", 18.07.1938); tra i partecipanti figurarono anche tre rappresentanti del gentil sesso, le signorine Lucchini, Lombardi e Lanfranchi.

 

La risposta del pubblico non tradì le aspettative degli organizzatori: «Si calcola che non meno di ventimila persone si son date convegno nella ridente località per assistere alle grandi gare indette dall’Associazione Motonautica […]. Sin dal mattino colonne interminabili di pedoni, ciclisti, macchine di tutte le targhe, torpedoni, sono sfilate sull’ampio stradale che porta a Viverone, provenienti da ogni centro e specialmente da Biella, da Ivrea, dai paesi canavesani, da Torino, da Milano e da Vercelli» ("il Biellese", 02.08.1938).

 

Conclusasi la cerimonia di inaugurazione della sede, alla quale presenziarono il prefetto Baratelli, il federale Zerbino, il podestà di Biella Serralunga e «un foltissimo stuolo di personalità», intorno alle ore 16 «l’urlo lacerante dei motori [annunciò] che [stavano] per partire i fuori bordo»: per più di due ore gli spettatori poterono così assistere alle evoluzioni dei potenti motoscafi e fuoribordo, sostenendo con incitamenti e applausi i piloti che si contendevano la vittoria nelle diverse competizioni: Irma Lucchini trionfò nella Coppa Viverone per fuoribordo classe G, concludendo in 17’ e 13’’ i 21 km del percorso; John Rutherford si aggiudicò la Coppa Vercelli e Federazione Vercelli per motoscafi, percorrendo dieci giri (30km) in 18’ e 33’’; Renzo Romani arrivò per primo sul traguardo della Coppa X per fuoribordo classe X (dieci giri, 30km), con il tempo di 23’ e 53’’.

 

A chiudere la giornata fu l’appassionante sfida tra Theo Rossi e John Rutherford per aggiudicarsi la Coppa Città di Biella (prova su 10 giri, pari a 30km): «Rossi […] dopo un inizio incerto prende di colpo un netto vantaggio che va accentuandosi giro per giro fino al quarto. L’americano ha una ripresa impetuosa e prima della fine raggiunge Rossi che però riesce a conservare sufficiente vantaggio per vincere la gara».

 


Terminate le gare, rientrate ai moli le imbarcazioni, defluito il pubblico, il lago potè riprendere «tosto il suo aspetto tranquillo» ("il Biellese", 02.08.1938); il futuro di Viverone come centro turistico e sportivo di primo piano pareva assicurato: «Venne invece la guerra, che troncò bruscamente la carriera di Viverone e di gare motonautiche non se ne parlò più» ("Eco di Biella", 17.09.1953).

 

 

Galleria Fotografica

Le fotografie provengono dall'archivio Cesare Valerio, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

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FONTI


  • il Biellese, bisettimanale cattolico
  • Il Popolo Biellese, bisettimanale del Fascio di Biella
  • Illustrazione Biellese, anno VI n.7/8, luglio/agosto 1936
  • Eco di Biella, bisettimanale indipendente