LA SEZIONE BIELLESE DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE BERSAGLIERI INAUGURA LA NUOVA SEDE (7 NOVEMBRE 1954)

(Articolo pubblicato su La Nuova Provincia di Biella del 23.03.2013)

 

Profondo è il legame che unisce Biella ai bersaglieri.

 

Alessandro La Marmora, fondatore del Corpo nel 1836, discendeva infatti dall’illustre famiglia dei Ferrero, la cui presenza sul nostro territorio è attestata con certezza fin dal XIV secolo.

 

 

Non intendiamo dilungarci sulle vicende che riguardano la nascita e lo sviluppo del corpo dei bersaglieri inteso come specialità dell’esercito (per le quali rimandiamo all’ottimo opuscolo "18 giugno 1836 – 18 giugno 2006: 170 anni di eroismo. 170° anniversario di fondazione del corpo dei Bersaglieri") bensì dare qualche cenno sulle origini e sull’attività  dell’Associazione Nazionale Bersaglieri.

 

 

Il 18 giugno 1886, nella ricorrenza del 50° anniversario di fondazione del Corpo, fu costituito a Torino il "Comizio Veterani Bersaglieri", primo nucleo della futura associazione, al quale meno di un anno dopo (maggio 1887) si affiancò la "Società di Mutuo Soccorso ex Bersaglieri": dall’unione dei due gruppi nacque la "Associazione Generale ex Bersaglieri con Mutuo Soccorso e Cassa di Previdenza" (1889), in seguito rinominata "Associazione di Mutuo soccorso tra Bersaglieri in Torino" (1911).

 

In breve tempo numerose città italiane videro la comparsa di associazioni del medesimo tipo: nel 1921 le più rappresentative (Milano, Brescia, Trieste, Bologna, Roma e Napoli) si unirono dando vita alla "Federazione Nazionale Bersaglieri".

 

Tre anni più tardi (1924), durante il raduno di Bologna, fu ufficialmente costituita l’Associazione Nazionale Bersaglieri, trasformata nel 1938 in "Reggimento Bersaglieri d’Italia Alessandro La Marmora"; tale denominazione fu mantenuta fino al 2 agosto 1943, data del decreto che sancì la soppressione dell’associazione.

 

Nel 1946 il comitato presieduto dal generale Enrico Boaro si adoperò attivamente per la sua ricostituzione e sette anni più tardi, con il decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1953, il sodalizio poté riacquisire la denominazione ufficiale di "Associazione Nazionale Bersaglieri".

 

 

A Biella la "Società generale fra gli ex bersaglieri di Biella e Circondario" nacque nel 1893.

 

La prima riunione si tenne domenica 23 aprile in un locale di via San Filippo; la presidenza del sodalizio biellese, che contava all’incirca un centinaio di soci, fu affidata a Francesco Cigna, assistito dal vice Cesare Negri.

 

Oltre a quella di Biella, l’associazione contava altre tre sezioni (Cossila, Chiavazza e Mongrando) a dimostrazione dell’ottimo successo riscosso dall’iniziativa: «Siamo lietissimi – commentò "La Tribuna Biellese" del 27 aprile 1893 – che l’adunanza di domenica abbia dato subito così superbi frutti, e ci è grata cosa porgere il nostro saluto cordiale alla Società novella. Noi le auguriamo lunga e prospera vita, mercè la concordia, la fratellanza e la generosità d’animo che non possono mancare certamente a coloro che servirono la patria».

 

 

Tra le iniziative di cui i bersaglieri in congedo di Biella si resero protagonisti o partecipi nella prima metà del Novecento va senza dubbio ricordato il grande raduno del giugno 1936 (centenario della fondazione del Corpo), durante il quale lo stadio polisportivo fu intitolato ad Alessandro La Marmora, e soprattutto la traslazione della salma dello stesso La Marmora nella basilica di San Sebastiano, avvenuta nel giugno del 1911.

 

 

Superate le difficoltà seguite al secondo conflitto mondiale, nel 1953 la sezione biellese dell’A. N. B. si preparò a celebrare i sessant’anni di fondazione.

 

L’associazione presieduta dal prof. Emilio Amellone contava allora trecento iscrittiquasi tutti avanti negli anni», annotò "il Biellese" sottolineando che il nostro era da lungo tempo un territorio di reclutamento prevalentemente alpino) a cui andavano aggiunti gli "Amici dei Bersaglieri": si trattava di privati cittadini, ditte e enti che intendevano dimostrare la propria simpatia alla sezione e ai quali, tramite il pagamento di una quota il cui importo era discrezionale, erano assicurati «tutti i vantaggi che la sezione [riusciva] a procurare ai soci bersaglieri» ("il Biellese", 31.03.1953).

 

I festeggiamenti ebbero luogo domenica 19 aprile sotto l’occhio attento del presidente Amellone e del direttivo al gran completo e videro la partecipazione dei rappresentanti delle sezioni dell’A. N. B. di Torino, Bologna, Vercelli, Novara, Cuneo, Verona e di altri centri minori, del sindaco di Biella Bruno Blotto Baldo, del tenente colonnello Greco e del capitano Marcucci del 3°rgt Bersaglieri; in gran forma si dimostrò «la briosa fanfara sezionale diretta da Giovanni Zaninetta» ("il Biellese", 21.04.1953).    

 

 

Sul finire del 1954 l’associazione dei bersaglieri biellesi in congedo si trasferì nella nuova sede in piazza Fiume e per l’occasione (domenica 7 novembre) fu organizzata una semplice ma coinvolgente manifestazione, apprezzata dalla maggioranza dei cittadini biellesi: «Quando passano per via gli animosi bersaglieri – commentò "il Biellese" (09.11.1954) – è proprio vero – si sente affetto e simpatia che i fanti piumati hanno ricambiato copiosamente nel pomeriggio quando, a bordo di pullman, hanno fatto il giro dei più importanti istituti benefici della città: Cottolengo, ospizio di Carità, Ricovero Belletti Bona, distribuendo ai ricoverati dolci, tabacco e fiori rallegrandoli con marcette vivaci e confortandoli con parole amiche».

 

La giornata si aprì con il corteo di bersaglieri che dall’ex caserma Noè di via Torino si portò presso la basilica di San Sebastiano per assistere alla celebrazione della messa, al termine della quale era in programma l’omaggio alla tomba del fondatore.

 

Intorno alle 11 e 30 i fanti piumati e le autorità convenute raggiunsero la nuova sede: «Attraversando le vie cittadine, affettuosamente acclamati dalla cittadinanza, i bersaglieri hanno invaso i locali di piazza Fiume 4, dove tramite la squisita generosità della signora Ottolenghi, è stata allestita la nuova, degna sede della sezione».

 

All’assessore Beppe Mongilardi, che sostituiva il sindaco Blotto Baldo «forzatamente assente», spettò l’onore di tagliare il nastro tricolore posto all’ingresso e di pronunciare una «forbita e suadente orazione», cui fecero seguito le commosse parole del consigliere della sezione prof. Tadone e la benedizione dei locali impartita da don Walter Botta, vice parroco del Duomo.

 

La cerimonia proseguì poi con il rinfresco (caratterizzato da ripetuti brindisi augurali) e si concluse ai Giardini di piazza Vittorio Veneto: «Le squillanti note della fanfara si diffondevano nell’aria quando due fiamme cremisi in atto di devoto omaggio e di memore riconoscenza, deponevano, nel pomeriggio una corona d’alloro presso il monumento ai Caduti dei pubblici giardini. I bersaglieri biellesi in congedo avevano concluso una giornata di ardente patriottismo nel nome di Alessandro La Marmora».

 

(Leggi anche Decisi a tutto, anche allo strappo)

 

 

Galleria Fotografica

Le fotografie provengono dall'archivio Lino Cremon, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

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FONTI

 

  • 18 giugno 1836 – 18 giugno 2006: 170 anni di eroismo. 170° anniversario di fondazione del corpo dei Bersaglieri, Biella 2006
  • sito web www.lamarmora.net
  • Storia dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, www.bersaglieri.net
  • il Biellese, bisettimanale cattolico
  • Eco di Biella, bisettimanale indipendente
  • La Tribuna Biellese, giornale della città e circondario di Biella
  • Archivio di Stato di Vercelli, Fondo Prefettura di Vercelli, Gabinetto Parte II, 1945 – 1980